Benzina e fuoco sulla donna con cui aveva avuto una relazione, a distanza di due anni dalla fine della loro storia. Mario D'Uonno ha speronato con la sua Ford Fiesta l'auto di Simona Rocca, è sceso, le ha lanciato addosso la benzina e ha appiccato le fiamme.
É successo ieri mattina a Vercelli, nell'area commerciale alle porte della città. Erano da poco passate le otto quando il fumo che si è levato dalla Lancia Musa della donna è andato a sporcare il quadro di una mattinata invernale di sole. L'aria frizzante si è fatta presto irrespirabile, le Alpi che fanno da sfondo alle pianure vercellesi sono sparite dietro la cortina di fumo e i primi soccorritori richiamati dalle urla si sono trovati davanti una scena agghiacciante.
Simona Rocca, vercellese di 40 anni e madre di due figli, è stata soccorsa e portata prima all'ospedale di Vercelli, poi trasferita in elicottero al Cto di Torino. Il 45% del suo corpo è coperto da ustioni, la sua prognosi riservata.
Mario D'Uonno, cinquantatreenne, è risalito in auto, ha guidato fino a Novara dove è andato in questura a costituirsi dopo aver chiamato il suo avvocato. Lui e la donna avevano avuto una relazione, terminata da un paio di anni. Ma l'uomo non si era rassegnato alla fine del rapporto. Un pressing fatto di chiamate e minacce: lei lo aveva denunciato e l'iter giudiziario ha portato ad un rinvio a giudizio per stalking e ad un processo che deve essere celebrato a Vercelli. D'Uonno non si era comunque fermato: nelle scorse settimane Simona Rocca si era di nuovo rivolta alle forze dell'ordine. La Procura vercellese ha richiesto un decreto di divieto di avvicinamento, accolto dal gip.
Storia dello scorso week end: i carabinieri hanno cercato di notificare il provvedimento all'uomo che però non si trovava. Lui, ex guardia giurata, ora lavorava senza portare armi in un centro commerciale in Lombardia. Era stato in servizio anche nel Vercellese in uno dei negozi vicini dell'area dove si è consumato il tentato omicidio. Dopo essere stato preso in custodia a Novara è stato riportato a Vercelli. Il suo interrogatorio è andato avanti fino a tarda sera. Ha raccontato di volersi chiarire con la donna, di non accettare la fine della storia, di vivere come ingiustizia il fatto di essere finito imputato in un processo per stalking. Poi ha parlato di un raptus. L'accusa per lui è tentato omicidio: il fermo è stato convalidato ed è stato portato in carcere a Vercelli.
I carabinieri che si conducono l'indagine hanno lavorato a lungo per ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto ieri mattina nel piazzale semi deserto dell'area commerciale vercellese. La gran parte dei negozi erano chiusi. Anche l'Oviesse, dove lavora Simona Rocca non era aperto al pubblico: si sarebbe dovuto fare l'inventario. Lei si è presentata in orario ma si è trovata braccata da D'Uonno: quando l'ha speronata con l'auto la Lancia Musa della donna è finita sopra alle aiuole che delimitano i parcheggi. Attimi concitati, il blitz sfocia in aggressione e in pochi secondi l'auto e la donna sono avvolti dalle fiamme. Una storia che è la fotocopia di un altro tentativo di femminicidio che nel marzo del 2017 aveva insanguinato il Vercellese: a Borgo Vercelli, a pochi chilometri di distanza dal capoluogo Maurizio Zangari aveva speronato l'auto della moglie che tornava dal lavoro. L'aveva inseguita in strada e in una casa di sconosciuti dove aveva cercato rifugio e accoltellata fino a crederla morta.
Come allora la comunità ha reagito: un tam tam in rete nel pomeriggio di ieri è riuscito a organizzare in breve tempo
una fiaccolata che nella serata si è snodata per il centro di Vercelli. «La fiaccolata hanno spiegato i promotori dell'iniziativa - è in segno di vicinanza alla nostra concittadina, colpita da un grave atto di violenza».
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