All'ultimo i vertici di via del Nazareno hanno deciso di rinviare la direzione di domani. Se ne riparlerà martedì prossimo. Da decidere c'è infatti la composizione della nuova segreteria e, dopo lo scossone giudiziario in Emilia Romagna, si sarebbe dovuto parlare anche degli avvisi di garanzia piovuti addosso a Matteo Richetti e Stefano Bonaccini prima della primarie. Meglio evitare pasticci ulteriori, quindi. Perché, dopo la condanna di Vasco Errani nell'affaire sulla coop del fratello, ecco che il Pd torna a fare i conti con la magistratura. A questo giro si tratta di "spese pazze". Ma la botta è ugualmente forte. E mediaticamente rischia di indebolire lo stesso Matteo Renzi.
Ieris era, al termine della registrazione di Porta a Porta, Renzi si è guardato bene dal rispondere alle domande dei giornalisti sulle indagini che hanno coinvolto Bonaccini e Richetti. A chi gli ha chiedeva cosa accadrà ora nel Partito democratico, il premier si è limitato a risponder con un "buon lavoro...". Si trova per la prima volta a gestire una grana di quelle che avevano invece afflitto il suo predecessore Pierluigi Bersani: una iniziativa della magistratura ha infatti stravolto le primarie dell’Emilia Romagna. Una vicenda che agita le acque già mosse nel Pd e allarma non poco il premier mentre sta per andare in porto l’operazione della segreteria-unitaria. "Ma un candidato non indagato e sconosciuto alle procure non ce l’avete?", ironizza il leader del M5S Beppe Grillo. Se infatti Richetti ha deciso di fare un passo indietro, Bonaccini è fermamente deciso ad andare avanti. "Già in un'altra occasione fu riconosciuta la mia correttezza - ha scritto su Twitter - ho fiducia nei giudici e nella mia onestà". Una posizione per nulla condivisa dalla base piddina che ha riempito la sua pagina Facebook con vivaci commenti di disappunto e contrarietà.
Oggi Bonaccini, che adesso è indagato per peculato nell'inchiesta sulle "spese pazze", è stato ascoltato in procura. Ha voluto chiarire la propria posizione. "Ero sereno prima, e sono ancora più sereno adesso perché penso che abbiamo potuto dare spiegazioni per qualsiasi eventuale addebito", ha detto dopo aver parlato coi pm ribadendo di essere "determinato a proseguire". Al segretario regionale del Pd emiliano sono contestate spese che ammontano per pranzi e cene per circa quattromila euro spesi nell'arco di 19 mesi, "qualcosa come 200 euro al mese".
Il legale di Bonaccini, Vittorio Manes, è tuttavia certo che la vicenda possa essere risolta già nei prossimi giorni. Si vedrà. Certo è che un’altra indagine rischia ancora di sconvolgere la corsa alle primarie per succedere a Errani dimessosi dopo una condanna in appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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