Sprint per catturare i terroristi rossi

Il ministero ai pm: inviate i documenti per l'estradizione dalla Francia

Sprint per catturare i terroristi rossi

Una richiesta di chiarimenti «urgentissima» inviata dal ministero della Giustizia alle Procure delle città dove si consumarono alcuni dei delitti più gravi degli anni di piombo. Ieri dal ministero di Marta Cartabia parte l'iniziativa che racconta come la partita per riportare in Italia il gruppo di nove ex terroristi colpiti nell'aprile scorso da mandato di arresto in Francia, dove sono rifugiati da decenni, non sia ancora chiusa. Liberati poco dopo l'arresto, i sedicenti «rifugiati politici» hanno ingaggiato una battaglia legale per evitare la consegna all'Italia, e ultimamente sembrava che l'ostruzionismo dei nove riuscisse a far naufragare l'operazione. Ma ora la mossa della Cartabia dice che qualcosa si sta muovendo, e che il governo italiano è deciso a premere sull'acceleratore.

L'aspetto surreale è che siano passati sei mesi prima che i giudici transalpini si accorgessero che nei fascicoli inviati dall'Italia per l'estradizione mancavano documenti considerati «indispensabili». Ma appena arrivata in Italia la richiesta di integrazione, dagli uffici di via Arenula è partita la disposizione alle Procura interessate di fornire immediatamente la documentazione richiesta. L'auspicio è che ora, a richiesta esaudita, la stessa solerzia venga dimostrata dalla giustizia francese nel rispondere alla domanda di estradizione. È presto per dire che la consegna è vicina, la certezza è che qualche cosa si sta finalmente muovendo.

La richiesta di integrazioni arrivata dalla Francia riguardava solo una parte degli ex terroristi. Del gruppo a quanto si è appreso fa parte anche uno dei più pericolosi tra i ricercati, il fondatore dei Proletari armati per il comunismo, Luigi Bergamin. Bergamin è stato condannato a 27 anni di carcere per i delitti commessi insieme a Cesare Battisti, il killer dei Pac con cui ha condiviso anni di latitanza in Francia e che ora, dopo l'estradizione dalla Bolivia, sta scontando la sua pena in un carcere sardo. Bergamini rischia ora di fare la stessa fine, anche se a dargli una mano in extremis, anche se la Francia ce lo consegnasse, potrebbe essere l'inspiegabile indulgenza con cui venne trattato a suo tempo dalla giustizia italiana.

Colpevole di due delitti, Bergamin riuscì infatti a evitare l'ergastolo grazie alla concessione delle attenuanti generiche. Così nel maggio scorso la Corte d'assise di Milano ha dichiarato prescritta la sua pena, come prevede il codice.

Ma la partita non è chiusa, perché il pm Adriana Blasco ha fatto ricorso in Cassazione (la sentenza è prevista per febbraio) chiedendo che Bergamin sia dichiarato «delinquente abituale» e la sua pena ancora valida. Anche questo c'è nelle carte in partenza per la Francia, ultima chance di riportare in patria gli anziani fuggiaschi.

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