Milano - «Io corro per Milano» è il suo slogan e questa mattina prima di andare ai seggi il candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi si è già fissato un programma sportivo, variabile a seconda del il meteo. Sveglia presto: se ci sarà il sole si sposterà fuori Milano per una per sessantina di chilometri in bicicletta, in caso di brutto tempo o pioggia non rinuncerà comunque a una corsa al parco Sempione, vicino a casa. Tanto per allentare la tensione. Intorno alle 12.30 andrà a votare al liceo Parini di via Goito, lo stesso seggio dello sfidante renziano Beppe Sala, che lo anticiperà di un paio di ore. Parisi trascorrerà la giornata in pieno relax e questa sera raggiungerà a spoglio avanzato l'hotel Marriott di via Washington, stesso quartier generale del primo turno. Ci è passato anche ieri mattina, per «scaldare» lo staff e soprattutto i rappresentanti di lista che questa sera dovranno difendere ogni scheda e contestare i voti ambigui all'avversario. Dopo la riunione organizzativa si è fermato a prendere un caffè all'aperto in zona con i collaboratori e su Facebook qualche militante di sinistra ha fatto scattare il tam tam: «Segnalazione. Parisi e Lupi stanno facendo campagna in via Washington in pieno silenzio elettorale». Keep calm.
Mister Chili ha trascorso il resto della giornata riposandosi e facendo una breve passeggiata con la moglie Anita Friedman, la sua ombra discreta durante tutta la campagna elettorale. Ha «schierato» anche ieri come testimonial il cane Mirò: fotografato sui social con la tessera elettorale. Beppe Sala ha preferito pubblicare su Instagram l'immagine di una quadrifoglio portafortuna. Anche per lui totale riposo alla vigilia del voto. Ha passato molto tempo a casa, è uscito per pranzare con un amico al ristorate «Ratanà», al pianterreno della Fondazione Riccardo Catella, vicino al Bosco Verticale. Anche il manager renziano non cambia indirizzo: questa sera i suoi supporter seguiranno gli exit poll e poi le proiezioni del voto all'EnergoLab di via Plinio. Due domeniche fa, quando a spoglio inoltrato si confermava l'incollatura tra lui e Parisi (il distacco è stato di appena 5mila schede), Sala e i segretari locali del Pd hanno spento la luce e rinviato ogni commento al giorno successivo. Pessimo umore.
Con i due manager oggi soffrono quei candidati ancora nel limbo: il premio di maggioranza cambierà la geografia dl consiglio comunale. Se vincerà Parisi (per dire) entreranno quindici esponenti di Forza Italia altrimenti solo sette. Tra i nomi ancora in bilico ci sono il fondatore e direttore di Tempi Luigi Amicone e l'ex campione del Milan e della Nazionale Daniele Massaro.
Rischia di sparire da Palazzo Marino Fdi: avrà un seggio solo in caso di vittoria. Eletta solo se governerà Sala invece Sumaya Abdel Qader, l'islamica del Pd contestata per i presunti legami con i Fratelli Musulmani. Anche la sopravvivenza di Sel sulla scena milanese è legata all'uomo di Renzi.
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