La scritta choc «Fontana assassino» è ancora lì. In bella mostra lungo il Naviglio della Martesana e accompagna queste domeniche di fine lockdown di runner e ciclisti a Milano. Nessuno l'ha rimossa. E così il Carc (Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo) adesso si sente legittimato a rilanciare. Ieri lungo la Martesana, proprio a pochi passi dalla scritta infamante, sono apparsi alcuni volantini in cui viene rivendicato il murales e di fatto vengono ribadite le accuse. Nei manifesti viene riportato il titolo di un articolo de ilGiornale in cui si racconta quanto accaduto con la richiesta della Lega di un intervento di Sala e la risposta dello stesso sindaco di Milano che su Twitter ha condannato il gesto dei «rossi». Ma poco più in basso campeggia una scritta: «Più di 15mila morti e ancora parlate?». Il Carc, dunque, prova a zittire chi reputa pericoloso il messaggio che passa attraverso quel muro. Un messaggio che vuole screditare la Regione Lombardia che ha cercato e sta cercando ancora in tutti i modi di far fronte allo tsunami Covid che si è abbattuto su tutto il territorio. Ma non finisce qui. Sempre il Carc nel nuovo manifesto alza il tiro e chiama il «popolo» a ribellarsi: «Costruire ovunque organismi di controllo e iniziativa popolare per togliere a questi servi di Confindustria la gestione dell'emergenza della società». Un vero e proprio piano politico che viene esplicitato in modo chiaro. Ovviamente per infangare ancora di più il governatore lombardo, il «proclama» viene accompagnato anche da alcuni titoli di giornali che raccontano la gestione della pandemia in questi mesi in Lombardia. I titoli riportati sul manifesto riguardano le indagini sulle Rsa e sui morti del Pio Albergo Trivulzio. Il Carc cerca forse sponde tra le toghe che hanno messo nel mirino la Regione proprio nel bel mezzo della crisi Covid. Insomma i comunisti adesso alzano la voce e provano a farsi spazio nel gioco al massacro sulla Regione che più di ogni altra in tutta Europa si è trovata a dover affrontare a mani nude un «mostro» sanitario come il contagio da Coronavirus. Contattati dal Giornale, i rappresentanti del Carc non commentano la nuova strategia comunicativa a colpi di volantini. Ma già qualche giorno fa lo stesso Carc sul proprio sito si vantava dell'attacco a Fontana con parole di fuoco: «La frase Fontana assassino l'abbiamo scritta lungo il naviglio Martesana a caratteri belli grossi in modo che fosse ben visibile e non ci potessero essere fraintendimenti. Dire la verità è un atto rivoluzionario». Poi il folle affondo: «Fontana e il suo partito hanno sulla coscienza 15mila morti in Lombardia». Il Carroccio ha immediatamente reagito con le parole del Segretario della Lega lombarda, il deputato Paolo Grimoldi: «Li ringrazio per aver rivendicato il murales e gli insulti a Fontana e alla Lega perché ora sappiamo chi dobbiamo querelare: kompagni ci vediamo presto in tribunale». Intanto su questa vicenda potrebbe intervenire la procura di Milano che è pronta ad aprire un fascicolo per minacce. A breve infatti arriverà l'informativa della Digos, sul tavolo del pm Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo. Lo scontro tra i comunisti e il Carroccio si sposterà molto probabilmente in un'aula.
Ma finché quella scritta resterà sul quel muro (insieme ai volantini che la rivendicano) non sarà cancellata l'offesa alla dignità di chi ha cercato, amministrando la Regione nel momento più difficile dal secondo dopoguerra, di dare risposte tempestive ed efficaci ad una emergenza senza precedenti.
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