"La stampa va protetta. Il governo combatterà anche questa pirateria"

Il sottosegretario con delega all'Informazione: "Un piano per bloccare le rassegne abusive"

"La stampa va protetta. Il governo combatterà anche questa pirateria"
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Il sottosegretario di Stato Alberto Barachini (nella foto), che ha le deleghe all'informazione e all'editoria, promette: l'informazione verrà tutelata dal governo Meloni. L'esponente di Forza Italia individua i metodi per combattere questa battaglia.

Si dice che i giornali debbano adattarsi al mondo che cambia, investendo sul web. Vero. Ma oltre alle fette di mercato perse a causa dell'innovazione, ce n'è un'altra persa per le mancate copie vendute agli addetti ai lavori. Tutti, più o meno, riescono ad avere una rassegna stampa in pdf. Il fenomeno riguarda parlamentari, assistenti, collaboratori, ma anche chi non si occupa di politica. Che strumenti il governo ha intenzione di mettere in campo?

«L'Autorità competente in materia è l'Agcom che può intervenire solo su segnalazione. Io, per il mio ruolo specifico nel governo, ho già fatto segnalazioni dettagliate su rassegne abusive e intendo procedere così ogni volta che emergono illeciti simili, qualsiasi sia il canale di diffusione. L'intervento di Agcom si è dimostrato subito efficace in diverse occasioni, anche a fronte delle alte sanzioni previste. Devo rilevare, però, che nell'ultimo anno l'80% circa delle istanze sono arrivate dal mondo audiovisivo e solo una piccolissima parte dal mondo editoriale. Dobbiamo proteggere meglio il nostro settore. Chiunque a qualunque titolo continui illegalmente a distribuire prodotti editoriali che hanno un costo di realizzazione elevato non solo compie azioni illegali, ma contribuisce a deprimere un segmento fondamentale della democrazia, difeso dai principi costituzionali. L'informazione va sostenuta e va pagata».

Perché c'è stata una simile degenerazione?

«Il fenomeno della diffusione illecita di preziosi contenuti editoriali è cominciato con il web, quando il copia e incolla degli articoli è sembrato ad alcuni uno strumento di diffusione ulteriore del lavoro giornalistico, senza che ci si rendesse conto che con quelle modalità si impoverivano gradualmente sia il valore, sia la reputazione di un intero settore. La percezione che tutto fosse gratis ha stravolto le dinamiche di mercato. La digitalizzazione e i social network hanno cambiato le modalità di consumo delle notizie, ma anche drammaticamente l'attenzione dei lettori e l'interesse ad approfondire. Oggi il tempo dedicato alla lettura di un articolo è di soli 7 secondi, in sostanza titolo e sottotitolo».

C'è un altro fenomeno: quello delle password pluri-utilizzate.

«Cedere le proprie password personali a chiunque è un atto pericoloso per sé e per la sicurezza informatica di interi settori, oltre ad essere un'azione criminale, perché in tutti gli ambiti protetti dal diritto d'autore viola la legge e svilisce il valore finale di un lavoro creativo, impegnativo e pieno di responsabilità. Ogni azione di questo genere ha contribuito, spesso inconsapevolmente, a un calo di occupazione nei settori audiovisivo, della musica e del giornalismo. É fondamentale fermare questa deriva. Se vogliamo sconfiggere davvero la pirateria, oltre ad azioni mirate e a campagne istituzionali già in atto, dobbiamo partire dalla responsabilità individuale di tutti e dalla consapevolezza che anche questi comportamenti aiutano la criminalità digitale».

I dati mensili sulle vendite dei quotidiani sono influenzati da questa diffusione illecita?

«Tutti questi fenomeni contribuiscono al calo di vendite dei quotidiani, ma è un nostro dovere lavorare perché torni a crescere l'interesse dei lettori nei confronti dell'informazione, facendo conoscere l'importanza del giornalismo professionale alle nuove generazioni. É un fatto che i quotidiani del mattino orientano il dibattito pubblico e politico».

C'è anche una questione di mancata tutela di un prodotto coperto da diritto.

«Le

norme sul copyright esistono, ma vanno difese insieme, dalle istituzioni e dagli editori. Il governo con il Ddl sull'AI ha proposto di rafforzarle aggiornandole ai processi tecnologici in armonia con i regolamenti europei».

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