Hanno riaperto. Gli Stati Uniti hanno celebrato ieri l'R-day, il giorno del ritorno degli stranieri, purché vaccinati. Da ieri infatti non è più in vigore il divieto di ingresso nel Paese ai cittadini di un lungo elenco di nazioni, tra cui gran parte dell'Europa oltre che i vicini Canada e Messico. Uno stop che era stato istituito nella fase calda della pandemia e la cui rimozione dà il via libera al turismo internazionale negli States e anche al ricongiungimento di molte famiglie separate da un anno e otto mesi. Fino a ieri, infatti, erano consentiti solo arrivi per urgenze e documentate esigenze di lavoro. Ad avere libero accesso negli Stati Uniti saranno soltanto le persone vaccinate con due dosi di qualsiasi casa farmaceutica (accettato anche AstraZeneca) che dovranno esibire anche un tampone negativo. Per gli spostamenti via terra da Messico e Canada basterà invece il certificato vaccinale. E proprio al confine con il Messico si sono create code lunghe chilometri con migliaia di auto ma anche tantissime persone a piedi. Le compagnie aeree si sono attrezzate rafforzando i collegamenti aerei da e per le principali città degli Stati Uniti. Washington si è cautelata prevedendo una multa fino a 35mila dollari per le compagnie aeree che non verificheranno accuratamente il green pass dei viaggiatori. L'apertura delle frontiere arriva poco dopo che gli Stati Uniti hanno raggiunto un tasso di immunizzazione pari al 70 per cento della popolazione adulta e stanno provvedendo a somministrare le dosi di richiamo agli over 65 e a vaccinare i bambini tra i 5 e gli 11 anni.
Da questa parte dell'Atlantico invece il clima è più cupo. La Germania ha toccato il record storico di incidenza settimanale dei contagi, sfondando il muro del duecento casi ogni 100mila abitanti (201,1) e il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, racconta di una Angela Merkel «molto preoccupata per lo sviluppo della pandemia» che «invita tutti noi, cittadini, economia e dipartimenti governativi a fare ciò che è necessario». La cancelliera sottolinea il nesso tra il tasso di vaccinazione e l'aumento dei contagi e invita a un maggiore rispetto della regola delle 3G, che consente determinate attività solo ai chi è vaccinato, è in grado di presentare un tampone negativo oppure risulta guarito dal coronavirus.
E mentre ieri in Francia gli scolari sono tornati a indossare la mascherina in classe nei 39 dipartimenti con un'incidenza dei contagi superiore a 50 e nel Regno Unito il premier Boris Johnson incoraggia tutti a effettuare la terza dose del vaccino, «la cosa più importante che la popolazione possa fare per il nostro Paese se vogliamo metter fine a questo virus», l'Austria (che viaggia sui 9mila casi al giorno) ieri ha battezzato il lockdown dei non vaccinati.
Numerose atività sono vietate a chi no appartiene alle 2G: vaccinati (geimpft) o guariti nei sei mesi (genesen). Solo sul posto di lavoro si avrà accesso anche con un tampone antigenico o molecolare negativo. La decisione ha provocato negli ultimi giorni un boom di vaccinazioni.
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