Avvocato Cristina Rossello, legale del Cavaliere sul caso Lario e uno dei volti nuovi di Forza Italia: com'è nata la sua candidatura?
«Me l'ha chiesto il presidente Berlusconi: ho risposto di sì al suo appello».
Mai accaduto prima?
«Mi era stata offerta questa possibilità anche in passato ma avevo declinato. Ora invece mi sento pronta».
Perché proprio adesso?
«I tempi impongono che la società civile si metta al servizio del Paese e voglio dare una mano per far realizzare i 10 punti del programma studiati e scritti dal presidente Berlusconi e dalla coalizione di centrodestra».
Candidata nel collegio di Milano centro: eppure è ligure, di Savona.
«Sono milanese di adozione. La città mi ha accolto più di 30 anni fa e mi ha insegnato molto».
È allora che ha conosciuto la famiglia Berlusconi?
«Sì ma non soltanto la famiglia Berlusconi: sono entrata in contatto con le varie famiglie imprenditoriali della città. In ogni caso contano di più le persone e le competenze che le appartenenze».
E infatti siede in importanti consigli di amministrazione di società che qui hanno sede. Com'è cambiato il capitalismo familiare milanese dagli anni Ottanta?
«È un tessuto che c'è ancora e che conosco bene. È una Milano che non è fuggita ma che ha bisogno di sostegni. Anche per questo scendo in campo».
Di cosa c'è bisogno?
«Di chiarezza, di semplificazione normativa, di affidabilità e di lavoro. Lo scenario è cambiato e voglio contribuire a dare una mano sui temi in grado di favorire crescita e sviluppo».
Ne dica un paio.
«Nuove tecnologie, ricerca, aiuti ai giovani»
E come si fa?
«Il nodo centrale è il fisco: meno tasse per tutti; ma anche aiuti ai più fragili come i più giovani e gli anziani».
D'accordo. Ma l'obiezione è sempre la stessa e riguarda le risorse: ci sono le coperture?
«Il fulcro del problema l'ha centrato proprio il presidente Berlusconi ieri (lunedì, ndr). Lo Stato deve smetterla di spendere troppo e male».
Facile a dirsi, difficile a farsi.
«È vero perché anche quando in Parlamento c'erano maggioranze bulgare il debito è sempre aumentato. Però...».
Però?
«È arrivato il momento di una svolta; va ripreso il rapporto Giannini che parlava di innesto nella pubblica amministrazione di modelli di gestione di tipo privato».
Complicato da attuare, però.
«Ma è quello che, giustamente, chiedono i cittadini: e quando il politico fa squadra con l'elettorato allora l'obbiettivo è raggiungibile».
Lei è anche molto sensibile al tema degli aiuti alle donne.
«Sì, ho creato un'associazione che si chiama Progetto donne e futuro. Diamo borse di studio a ragazze di valore che vengono affiancate a madrine d'eccellenza in tutti i campi. Un'associazione totalmente privata e apartitica».
Anche Laura Boldrini, sua diretta concorrente nel collegio, è paladina dei diritti «in
rosa».«La presidente della Camera è una gran donna. Diciamo, però, che diamo un'interpretazione differente alla valorizzazione della donna. Lei è più attenta alle questioni semantiche, io più al merito. Ma la stimo».
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