Referendum, il presidente del Cnel esulta: "Riconosciuto il nostro ruolo"

Napoleone dopo i risultati del referendum del 4 dicembre: "Il Cnel non si tocca". E si vanta: "È stato riconosciuto il nostro ruolo"

Referendum, il presidente del Cnel esulta: "Riconosciuto il nostro ruolo"

Il giorno dopo il referendum che prevedeva anche l'abolizione del Cnel a parlare è il presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro Delio Napoleone interpellato dall'Adnkronos.

Napoleone è presidente del Cnel dallo scorso 30 luglio e ha commentato così il risultato del referendum: "L'ironia va colta sempre nel suo lato positivo. Non do risposte "di pancia". Mi ha colpito, certo, la facilità con cui una parte della politica e dell'informazione ha sottovalutato il ruolo del Cnel, organo di rilevanza costituzionale, ma le cui origini risalgono agli inizi del '900. In ogni caso, quella di domenica è stata una battaglia democratica grande e importante"

"Il risultato -ha continuato- è chiaro: per i cittadini l'art.99 della Costituzione non va toccato e il collegamento tra il mondo del lavoro, la politica, i corpi rappresentativi intermedi, interrotti da troppo tempo, vanno ripristinati, in modo da favorire l'armonizzazione degli interessi di capitale e lavoro. E' stato riconosciuto il nostro ruolo come valore aggiunto della democrazia".

L'imprenditore abruzzese specifica che domani chiederà di incontrare i vertici istituzionali e il Capo dello Stato, non in spirito conflittuale ma come contributo all'armonia senza ignorare "difficoltà e inefficienze" che hanno riguardato il Cnel negli ultimi tempi.

Infine il presidente ha ribadito la funzione del Cnel: "Qui parliamo di Costituzione ma le radici dell'articolo 99 che riguarda il Cnel risalgono all'epoca di Giolitti. E anche i Trattati istitutivi dell'Ue prevedono che siano i Comitati economici e sociali europei a fornire pareri obbligatori su certi temi. La nostra funzione -ribadisce Napoleone- è quella di favorire il superamento delle contrapposizioni socio-economiche.

E proprio il Presidente Mattarella si richiama spesso all'unità e alla concordia sociale allo scopo di "recuperare il senso del vivere insieme". E' sempre un problema di diritti: i grandi gruppi economici sanno legittimamente difendersi da soli. Noi ci siamo per gli altri, per i tanti che non vengono tutelati a sufficienza".

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