Forse è esagerato parlare di rivolta contro i vertici del M5s ma di certo quello andato in scena ieri sul voto della riforma del processo penale è stato un durissimo colpo per l’ex premier Giuseppe Conte. Perché del tutto inaspettato. Sono stati ben 40 i pentastellati che non hanno partecipato al voto. Tra loro ci sono figure di primo piano come l’ex ministro Giulia Grillo, il capogruppo in commissione Giustizia, Eugenio Saitta, l’ex sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi e l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. Senza dimenticare che il deputato Alessandro Melicchio che si è espresso con un sì insieme a FdI e Alternativa c’è, il gruppo dei fuoriusciti dal Movimento. Un malcontento esteso, forse molto più forte di quello previsto dai vertici 5s.
E questo malcontento rischia di travolgere persino Conte. Non va dimenticato, infatti, che oggi e domani i 5s votano su Skyvote per il nuovo Statuto voluto proprio dall’ex premier. Si tratta del primo test per Conte. In quest’occasione si vedrà il vero peso politico di Giuseppi all’interno del Movimento. La strada non sembra particolarmente accidentata ma quanto accaduto nella prima domenica di agosto cambia le carte sul tavolo.
Conte controlla o no il suo partito? Lo si potrà capire solo ad urne chiuse. Perché si vota sì sullo Statuto ma in sostanza quella di queste ore sarà anche una sorta di giudizio sulla nuova leadership contiana. Non ci dovrebbero essere problemi sull’approvazione del documento di quasi 40 pagine preparato dall’ex presidente del Consiglio. Meno scontato, sottolinea Tpi, è che lo stesso ottenga un plebiscito come, invece, si augura Conte.
L’obiettivo minimo è arrivare ad almeno il 70% dei consensi. Una stessa percentuale che i fedelissimi del’ex premier sperano possa essere raggiunta quando si voterà per la presidenza del Movimento. "Se almeno due grillini su tre non saranno d’accordo con il nuovo Statuto e la nuova leadership sarà un problema", ha spiegato un esponente 5s di primo piano.
Conte sa che senza una forte maggioranza dalla sua parte il suo compito si complica. E la sua figura ne uscirebbe indebolita, sia all’interno del Movimento che nei confronti degli alleati di governo e del premier Mario Draghi. Superare “quota 70%” per assurgere al ruolo di leader indiscusso pentastellato. Obiettivo non semplice. Per raggiungerlo Conte sta provando di tutto.
Da qualche giorno, ricorda ancora Tpi, tutti i social dell’ex premier stanno rilanciando la Carta dei Valori del nuovo Statuto. Il rischio che Giuseppi diventi un leader "azzoppato" esiste. E ciò per l’ex premier sarebbe un disastro politico.
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