La strage dei sogni ha luogo nella notte più lunga dell'anno, quella in cui si fanno progetti e non ci si aspetta certo di finire travolti da un Suv usato come arma. Sono quasi tutti giovani le vittime di New York, vite appena sgualcite, ancora tutte da giocare ed è triste pensare che è il mestiere dei ragazzi andarsene in giro a fare bisboccia nelle ore della festa che qualcuno ha deciso di trasformare in tragedia.
Il volto da copertina delle vittime ha il sorriso spavaldo di Martin «Tiger» Bech, 28 anni, ex giocatore di football della Princeton University, che poco più di tre anni fa si era trasferito a New York per lavorare nella società di trading istituzionale Seaport Global, che aveva deciso di trascorrere le feste di fine anno in Louisiana per dedicarsi alla caccia e alla pesca con gli amici del college. «Era una tigre in ogni senso - lo ricorda l'allenatore Bob Surace -. Un feroce agonista con un'energia infinita, un amato compagno di squadra e un amico premuroso». «Mi hai ispirato ogni giorno, fratello - lo straziante messaggio del fratello piccolo Jack, anche lui giocatore di football -. E ora sarai con me in ogni momento».
Altra giovane vita stroncata quella di Kareem Badawi, studente dell'Università dell'Alabama, si era diplomato l'anno scorso alla Episcopal School di Baton Rouge. Nel 2021 si era invece diplomato Hubert Gauthreaux, 21 anni, nella Archbishop Shaw High School di Marrero. La sua famiglia ho ha cercato per ore nel caos seguito all'attentato, trovandolo alla fine in un ospedale locale, dove era arrivato in condizioni critiche ed era spirato poco dopo.
C'era anche una mamma, tra le vittime: Nicole Perez, 28 anni, che da sola si occupava del figlio di 4 anni, Melo, ma lottava ogni giorno per migliorare la loro condizione e dare un futuro sereno al piccolo, che si portava al lavoro quando non sapeva a chi lasciarlo e a cui insegnava i numeri e le lettere nelle pause. Quel giorno era felice più di tutti gli altri, tra quelli che camminavano in Bourbon Street: era stata appena stata promossa a manager di un ristorante, il Kimmy's Deli a Metairie. «Stava solo facendo andare tutto bene, e se n'è andata, e basta», la ricorda una sua conoscente.
Un'altra giovane donna, Nikyra Cheyenne Dedeaux, diciottenne con il sogno di diventare un'infermiera e di cui resta una foto del diploma, con il tocco rosso e la toga e lo sguardo serio serio. L'altra sera, la ragazza era con un cugino e con un amico, avevano provato a fuggire ma i due ragazzi l'avevano persa di vista. «È stata una gioia per il poco tempo che abbiamo trascorso con lei», piange la nonna Jennifer.
Poi c'è Hunter Reggie, il più anziano degli identificati, ma si fa per dire, perché aveva 37 anni: dirigeva un negozio, aveva due figli piccoli e pochi minuti prima di morire aveva inviato un messaggio di auguri alla sua famiglia.
L'ultimo nome è quello di Matthew Tenedorio, 25 anni, tecnico audiovisivo dallo «spirito rilassato e dalla risata contagiosa». La madre Cathy lo aveva abbracciato e baciato prima che raggiungesse gli aminci in Bourbon Street. «Cosa mi mancherà di lui? Tutto, era semplicemente un figlio meraviglioso».
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