Stellantis dà il benservito a Tavares

Drammatico litigio al vertice sulle strategie del gruppo. Poi le dimissioni obbligate

Stellantis dà il benservito a Tavares
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Colpo di scena: si è dimesso il ceo di Stellantis, Carlos Tavares. Una resa, quella del top manager portoghese, arrivata con oltre un anno di anticipo rispetto alla scadenza del mandato nel 2026. Le dimissioni, di fatto obbligate, sono state accolte dal board presieduto da John Elkann, lo stesso che solo poco tempo fa, alle prime voci di una possibile uscita anticipata di Tavares, aveva rassicurato sulla conclusione dell'incarico da parte del manager e del suo contributo attivo alla ricerca del successore. In una nota, Stellantis fa sapere che le dimissioni di Tavares hanno effetto immediato. Secondo i bene informati, la decisione di Tavares sarebbe arrivata al termine di un recente litigio con l'intero board del gruppo che gli contestava la débâcle sul mercato americano, il più importante come redditività. Quindi, una vera e propria rottura. «Il processo per la nomina di un nuovo ceo permanente - si legge - è già in corso, gestito da un Comitato speciale del consiglio e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato esecutivo presieduto da John Elkann».

Via dunque al toto nomina. Potrebbe, al momento, prevalere una soluzione tampone con l'incarico all'italo-francese Jean-Philippe Imparato, attuale responsabile dell'Europa Allargata, ex numero uno di Alfa Romeo e con alle spalle un'esperienza sui mercati mondiali ai tempi di Psa. Nel frattempo si cercherebbe con calma il nuovo ceo. Molti indizi porterebbero ad Antonio Filosa, 50 anni, napoletano, attuale capo del mercato Usa e del marchio Jeep, entrato in Fiat nel 1999 e definito in Stellantis come «astro nascente». Fin qui la possibile soluzione interna palesata da Elkann, ma c'è anche chi sostiene che l'attenzione del presidente si starebbe rivolgendo al mondo tech. In pratica, in Stellantis potrebbe essere replicata l'opzione scelta per Ferrari con Benedetto Vigna, che Elkann ha strappato a StMicrolectronics. Quindi, un fisico-ingegnere per il futuro di una Stellantis che avrà sempre più a che fare con software e tecno-digitale.

Con i suoi 36,5 milioni percepiti nel 2023, Tavares è entrato nel Guiness come manager automotive più pagato in assoluto. Un primato, però, che deve fare i conti con una situazione pesantissima in cui è piombato quest'anno il gruppo che guida dal 2021, quando Fca e Psa si sono fuse. Nonostante Tavares abbia dato vita e insistito su una strategia che ha portato Stellantis in una profonda crisi industriale e anche finanziaria, Elkann porge al portoghese i ringraziamenti di rito. «Siamo grati a Carlos - scrive il presidente - per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di Psa e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore». Parola obbligate, ma che nulla tolgono a quello che sembra un lincenziamento vero e proprio. Sempre Elkann ha informato personalmente delle dimissioni il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il premier Giorgia Meloni.

Crollo dei profitti e delle vendite negli Usa, insieme a un non facile smaltimento degli stock di veicoli nelle concessionarie: questa, dunque, la motivazione trapelata dello strappo, senza dimenticare l'ultima semestrale negativa. Ma bisogna anche aggiungere lo stato del polo produttivo italiano, la mancanza di chiarezza sugli sviluppi futuri e la continua richiesta di sostegni economici al governo.

Sempre Tavares, poi, dopo aver portato Stellantis fuori da Acea, l'associazione europea dei costruttori, aveva deciso di non seguire i concorrenti nella richiesta alla Commissione Ue di rivedere le pesanti sanzioni anti CO-2 in vigore dal 2025. Oggi il verdetto della Borsa.

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