Licenziato l'ad Carlos Tavares, il presidente di Stellantis, John Elkann, ha ripescato a sorpresa l'ex cfo Richard Palmer, che per anni ha lavorato in Fca al fianco di Sergio Marchionne e in pensione da aprile 2023. Elkann gli ha assegnato il ruolo di Special advisor personale, oltre a inserirlo come consulente del gruppo dirigente nel Comitato esecutivo ad interim. Il nome di Palmer, manager di grande esperienza, era stato fatto anche tra i possibili candidati alla carica di ad alla scomparsa di Marchionne.
Elkann, intanto, ha inviato un videomessaggio ai dipendenti nel mondo, per spiegare le ragioni dell'uscita di Tavares: «Sono stati giorni difficili, con Carlos abbiamo percorso tanta strada e abbiamo ottenuto risultati importanti. Gli sarò sempre grato, tuttavia, il nostro cda ha deciso, per il bene dell'azienda, che era giunto il momento di separare le nostre strade. Nelle ultime settimane erano emersi punti di vista diversi». E girare pagina: «Lo spirito di Stellantis è unico, ci ha portato a tanti successi e ci riserverà molte nuove vittorie. Ora guardiamo avanti, concentrati sui prossimi capitoli, sui nostri clienti e nel continuare a costruire una grande azienda». Il presidente si è quindi rivolto ai lavoratori: «Tutti voi, ognuno di noi, giocherà un ruolo fondamentale nei successi che verranno. Desidero ringraziarvi per lo straordinario lavoro, la passione e l'impegno».
Le reazioni a Piazza Affari. La notizia del «dimissionamento» di Tavares ieri ha fatto precipitare il titolo fino a un minimo di 11,27 euro (-10%). Quindi, chiusura di seduta in lieve rialzo: 11,75 euro (-6,3%). Dal 25 marzo scorso (85,95 miliardi) la capitalizzazione di Stellantis è scesa di circa 52 miliardi, cioè -60,4%.
«Il peggior errore del top manager portoghese? Aver sottovalutato il problema delle scorte accumulatesi in Nord America, un problema che nasce da lontano, cioè dal terzo trimestre 2023, e che non è stato affrontato con la giusta dose di determinazione nel corso del primo semestre 2024, abbassando i prezzi dei veicoli, per il timore di intaccare i margini; altro passo falso di Tavares, quello di privilegiare prezzi e margini con una politica di premiumization che ha portato Stellantis a perdere quote di mercato importanti negli Usa dal 13% del 2029 al 7/8% attuale. Mancano poi, soprattutto per Jeep, modelli accessibili», le cause, secondo l'analista Gabriele Gambarova (Banca Akros) che hanno portato all'uscita di Tavares. «Ma anche sull'elettrificazione - aggiunge l'analista - sono state fatte scelte in taluni casi discutibili; giusto puntare su piattaforme multi-energy, ma in taluni casi (come in quello delle muscle-car a marchio Dodge) si è passati a una offerta puramente elettrica in sostituzione degli iconici V8 da 700 cavalli e più. Tutte decisioni che fanno emergere dubbi sulla lucidità della strategia di marketing del gruppo».
Il compito del successore di Tavares si preannuncia molto difficile: da una parte, dovrà far ripartire la macchina Stellantis; dall'altra, affrontare le tante insidie, come i dazi di Donald Trump e le nuove normative capestro Ue (Tavares, al contrario dei concorrenti, era favorevole) sulle emissioni contro la cui applicazione dal 2025 è in corso un braccio di ferro politico. Continua, intanto, il toto-nomi sul futuro ad di Stellantis.
Tormentone Luca De Meo, a parte, e ipotesi di fusione con Renault («può avere senso in un mercato sempre più globalizzato e che si porta dietro uno scostamento verso Oriente, c'è ancora spazio per un po' di consolidamento», così Stefano Aversa, di AlixPartners), gli altri nomi emersi: Antonio Filosa, 50 anni, ad di Stellantis Usa; Edouard Peugeot, 40 anni, figlio di Robert, con trascorsi in JpMorgan e TowerBrook, membro della holding di famiglia Peugeot Invest. Elkann, però, guarderebbe anche al tech.
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