Lo stivale in foto fa infuriare gli arabi Raffica di insulti alla modella Hadid

Postata l'immagine di una scarpa in aeroporto. «Grave offesa»

Lo stivale in foto fa infuriare gli arabi Raffica di insulti alla modella Hadid

Beirut La supermodella americana Bella Hadid è nella bufera per una foto postata su Instagram e condivisa con i suoi 27 milioni di follower. È uno scatto in una sala d'aspetto di un aeroporto dove mostra la suola del suo stivale nero rivolta verso aerei dell'Arabia Saudita e degli Emirati. Lei si è difesa dicendo che non aveva visto i velivoli sullo sfondo, che la foto non aveva «niente a che fare con la politica» e non ha mai avuto intenzione di «mancare di rispetto a queste compagnie aeree». È scoppiato l'inferno, perché nella cultura araba non c'è offesa peggiore che mostrare le suole a qualcuno, o colpirlo con una scarpa, come ha sperimentato nel 2008 George W. Bush in Irak, sfiorato dalla calzatura lanciata da un giornalista.

Per i seguaci arabi di Hadid non ci sono dubbi. L'ha fatto apposta. Sono arrivati centinaia di commenti infuriati dall'Arabia Saudita e la modella di 22 anni, che pure ha un padre palestinese, ha dovuto scusarsi in inglese e in arabo su Instagram. «Non vorrei mai che i miei messaggi sui social venissero usati per odiare chiunque, specialmente quelli della mia bella e potente eredità culturale - ha spiegato -. Mi piace la parte musulmana e araba della mia famiglia». Ma le scuse non sono bastate. Su Twitter molti utenti hanno continuato ad accusare. «Quello che ha fatto Bella Hadid è inaccettabile». Oppure: «Come ragazza saudita proteggerò il mio paese da persone come te».

I più indignati hanno lanciato l'hashtag #BellaHadidRacist per sottolineare il loro risentimento: «Non ci interessa se l'hai fatto per errore o no, sei famosa e dovresti essere più attenta». Alcuni hanno chiesto a marchi del lusso come Dior e Versace di non lavorare più con Hadid e promesso di boicottare le loro merci. Sostengono che le scuse della modella sono «false». Altri ancora hanno proposto che sia impedito ad Hadid di entrare nei loro Paesi. Sui social sono state pubblicate immagini di profumi di Calvin Klein e Dior, firme con cui Hadid ha lavorato, gettate nella spazzatura.

Hadid è figlia dell'immobiliarista miliardario di origine palestinese Mohamed Hadid e della modella olandese Yolanda. Il padre è nato a Nazareth durante la prima guerra arabo-israeliana del '48, per poi fuggire a soli 18 mesi assieme alla sua famiglia in Siria. I legami di Hadid con il mondo arabo sono molto profondi. E non è questa la prima volta che esprime la sua opinione sulle questioni mediorientali. Già in passato su Instagram aveva postato un articolo dal New York Times dell'attivista palestinese Iyad el-Baghdadi, molto critico con Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, accusati di promuovere «governi autoritari gestiti da uomini forti nella regione». Nel dicembre dello stesso anno dopo la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale d'Israele, Hadid aveva condannato l'iniziativa.

«Io sto con la Palestina», scriveva. La scorsa settimana ha invitato i suoi 27 milioni di follower a partecipare e interessarsi alla crisi sudanese. Ma c'è anche chi tra i suoi fan la difende: «L'intera situazione è assurda. Non merita tutto questo odio».

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