La stoccata del Papa a padre Georg

Le dure parole nell'omelia (aggiunte a braccio): "Adoriamo Dio, non il nostro io"

La stoccata del Papa a padre Georg

Roma. L'aria è quella di un'imminente resa dei conti e i racconti che arrivano dalle stanze vaticane parlano di un Papa Francesco molto deluso e scocciato dallo «spettacolo» andato in scena nelle ore successive alla morte del Papa emerito e nel giorno dei suoi funerali.

Francesco ieri ha presieduto in Basilica la messa della solennità dell'Epifania e non sono pochi, fuori e dentro la Curia Romana, ad aver letto nelle sue parole pronunciate nel corso dell'omelia, una risposta, seppur non esplicita, a padre Georg e alle polemiche innescate da alcune interviste rilasciate dall'arcivescovo tedesco, segretario particolare di Ratzinger, prima della morte di Benedetto XVI, ma diffuse con precisione chirurgica nei giorni dell'addio al Papa emerito. «Adoriamo Dio e non il nostro io», ha detto Francesco nella meditazione della messa, «adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie; adoriamo Dio per non inchinarci davanti alle cose che passano e alle logiche seducenti ma vuote del male». Un riferimento quello alle fake news che il Papa ha aggiunto a braccio, dopo esser rimasto per un paio di secondi in silenzio mentre leggeva l'omelia. E proprio sentendo questo passaggio dedicato alle «false notizie», in tanti hanno pensato a quanto detto e scritto in questi giorni, riguardo al rapporto tra Bergoglio e Ratzinger. In particolare quanto raccontato da padre Georg in un'intervista registrata in passato (e diffusa negli scorsi giorni), secondo cui la decisione di Bergoglio di dare una stretta alle concessioni di Benedetto XVI sulla messa in latino avrebbe «spezzato il cuore del Papa emerito». O quanto scritto da monsignor Gänswein in alcuni passaggi del libro «Nient'altro che la Verità» pubblicato da Piemme. In particolare quando padre Georg racconta del suo allontanamento nel 2020 dal Palazzo Apostolico pur mantenendo sulla carta il ruolo di Prefetto della Casa Pontificia e l'indicazione di dedicarsi esclusivamente a Ratzinger. Il Papa emerito, secondo il racconto dell'arcivescovo tedesco avrebbe commentato, tra il serio e il faceto, «penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode».

«È grave che queste cose vengano dette nei giorni del funerale di Benedetto XVI», commenta uno stretto collaboratore del Pontefice, «soprattutto perché a farlo è chi anziché far polemica dovrebbe rimanere in silenzio orante». Anche per questo, molti all'interno della Curia son convinti che una convocazione a Santa Marta per padre Georg potrebbe arrivare a breve, soprattutto per chiarire la questione e decidere sul futuro dell'arcivescovo tedesco che sicuramente lascerà il Monastero Mater Ecclesiae per trasferirsi nella vecchia Santa Marta, la palazzina adiacente all'aula Paolo VI, dove ha già un appartamento a lui assegnato, quello che fu di monsignor Carlo Maria Viganò. Il libro di padre Georg, diventato già un caso, non contiene soltanto ricostruzioni polemiche ma, ad esempio, anche il racconto dei minuti successivi all'elezione di Papa Francesco. Gänswein racconta: «Francesco, quando giunsi a salutarlo non mi lasciò nemmeno aprire la bocca per fargli gli auguri, anticipandomi con la richiesta: Vorrei parlare con Benedetto. Lei può aiutarmi?. Mi affrettai in una stanza limitrofa dove era stato predisposto un telefono dei servizi tecnici. Francesco mi ha raggiunto vicino al telefono, gli ho passato la cornetta, mentre dall'altra parte Benedetto prendeva il cordless.

Non ho ascoltato quanto Papa Bergoglio diceva, mentre don Alfred (il secondo segretario di Ratzinger, ndr) sentì la risposta di Benedetto: La ringrazio, Santo Padre, perché ha pensato a me. Io le prometto fin da subito la mia obbedienza. Io prometto la mia preghiera per lei».

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