«Il futuro dell'Ucraina è nella Nato, tutti gli alleati sono d'accordo su questo». La frase del segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg è netta e non lascia spazio a possibili interpretazioni. E, inevitabilmente, apre un nuovo fronte di polemiche. Perché se è vero che Kiev non vede l'ora di finire sotto l'ombrello della Nato che ha garantito e sta garantendo pieno sostegno al Paese dopo l'invasione russa, è altrettanto chiaro che dalle parti dl Cremlino la sola ipotesi generi rabbia, tensioni e minacce.
È bastata la visita a sorpresa di Stoltenberg a Kiev per creare caos a Mosca. Ed euforia in Ucraina. «Questa visita è la prima dalla guerra su vasta scala: la interpretiamo come un segno che l'Alleanza è pronta a iniziare un nuovo capitolo nelle relazioni con l'Ucraina, un capitolo di decisioni ambiziose», ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L'attesa è per il prossimo vertice di Vilnius in programma l'11 e 12 luglio in cui potrebbero esserci passi concreti per l'ingresso dell'Ucraina nella Nato. «Il bisogno urgente è il supporto militare all'Ucraina, che è qualcosa su cui lavoriamo ogni giorno. La Nato ha dimostrato che la porta è aperta», ha spiegato Stoltenberg. «È estremamente importante garantire che tutti i sistemi, tutte le armi che sono già in Ucraina funzionino come dovrebbero. Il che significa che hanno bisogno di munizioni, pezzi di ricambio, manutenzione, capacità di riparazione. Quindi dovremmo garantire che tutte le piattaforme esistenti funzionino come dovrebbero», ha aggiunto. Dall'entusiasmo di Kiev, alla rabbia di Mosca. «L'adesione dell'Ucraina alla Nato rappresenterebbe un pericolo significativo per la Russia», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, continuando a sostenere la tesi dell'accerchiamento alla Russia da parte dell'Occidente. «Non possiamo permetterlo, perché altrimenti rappresenterebbe un grave, significativo pericolo per la sicurezza del nostro Paese», ha aggiunto.
Mentre ieri il presidente americano Joe Biden e la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen hanno avuto un colloquio telefonico in cui hanno parlato sia della questione Taiwan che di quella Ucraina, per quanto riguarda il conflitto in corso il tema armi rimane centralissimo. «L'incapacità dell'Unione europea di attuare la sua decisione sull'approvvigionamento congiunto di munizioni per l'Ucraina è frustrante», ha attaccato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. «Questo è un test per verificare se l'Ue ha una sua autonomia strategica nel prendere nuove decisioni cruciali in materia di sicurezza», ha aggiunto. Nel momento in cui, dai documenti segreti pubblicati online, emerge uno scenario tutto sommato rassicurante per gli equilibri internazionali- Il gruppo mercenario Wagner infatti, avrebbe in passato chiesto esplicitamente una fornitura di armi alla Cina ricevendo però un secco diniego. Secondo quando riporta il Financial Times e stando al report dell'intelligence, la richiesta sarebbe arrivata all'inizio di quest'anno. Nel frattempo, nonostante le smentite di tutto lo stato maggiore russo, da Putin in giù, è partita la campagna di arruolamento da parte dell'esercito russo per reclutare soldati professionisti pronti a combattere in Ucraina.
La sfida, lanciata tramite un video e alcune affissioni, è quella di dimostrare di essere «un vero uomo», cambiando «una vita civile banale per l'adrenalina del campo di battaglia». Mosca starebbe cercando 400mila soldati a cui promette uno stipendio fino a 2.495 dollari al mese. Promette, perché numerosi militare attualmente al fronte hanno denunciato di non essere pagati da mesi.
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