Se c'è un aspetto paradossale della vicenda di Ilaria Salis è che ci si è concentrati solo sul trattamento di una cittadina italiana arrestata all'estero, e sulle condizioni delle carceri urgheresi, a tal punto da farla eleggere deputata europea per difenderla, ma anche, spesso, paragonandola a Enzo Tortora: tutt'altro caso, ma uno spunto per riflettere su una questione ben più grave.
Ci sono in realtà molti gli italiani detenuti in stati stranieri neppure così democratici (di cui nessuno si preoccupa) ma, caso Salis a parte, sarebbe il caso di porre finalmente e seriamente l'attenzione sulle nostre carceri, nelle quali stiamo assistendo da anni a un incredibile aumento dei suicidi (solo negli ultimi sei mesi siamo a quarantotto, non so se vi rendete conto). Al riguardo arriva una proposta di Roberto Giachetti e Rita Bernardini (presidente di Nessuno tocchi Caino) sulla «liberazione anticipata speciale», che prevede sconti di pena, e è stata appoggiata anche da Forza Italia, giustamente, come dovrebbe essere quando ci sono in gioco diritti fondamentali dei cittadini. Perché la giustizia non finisce nei tribunali, e se ci si batte per la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati, per la stessa ragione bisogna darci pena di come viene espiata una pena.
Anche e soprattutto per una democrazia e uno Stato liberale, che non può tenere i detenuti in condizioni indecenti, ammassati e con contatti limitati con le proprie famiglie, telefonate ridotte al minimo, o condizioni ambientali, igieniche e sanitarie pessime: non per altro il suicidio è la prima causa di morte, oggi, di chi è incarcerato. Chi arriva a togliersi la vita si autoinfligge una pena di morte a fronte di condizioni di vita invivibili, e non può, non deve essere così, non siamo in Turchia.
Il carcere, d'altra parte, nella nostra concezione, cosa che dimentichiamo troppo spesso, è una struttura riabilitativa, non un luogo in cui essere rinchiusi, dimenticati, maltrattati, già quella detentiva è una pena appunto, e anche in caso di ergastolo i detenuti vivono senza alcuna dignità.
Essere un paese civile significa questo, e mi sembra molto positivo che, con l'appoggio di Forza Italia, diventi una battaglia non di una sola parte politica, ma il più possibile trasversale, così come, in un paese moderno e occidentale, dovrebbe essere trasversale il senso di umanità. Sono passati quasi tre secoli da Cesare Beccaria, nostro illustre illuminista, ma forse non sarebbe una cattiva idea distribuire una copia di Dei delitti e delle pene proprio lì, tra i banchi di Montecitorio.
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