Stop sulle sanzioni all'amante di Putin. Washington teme vendette dallo Zar. E lei riappare in tv

Per il momento meglio soprassedere, meglio evitare di colpire il cuore di Putin. Sanzionare adesso Alina Kabaieva, considerata la compagna di Putin, sarebbe troppo rischioso

Stop sulle sanzioni all'amante di Putin. Washington teme vendette dallo Zar. E lei riappare in tv

Per il momento meglio soprassedere, meglio evitare di colpire il cuore di Putin. Sanzionare adesso Alina Kabaieva, considerata la compagna di Putin, sarebbe troppo rischioso. È quello che pensa il governo americano, che aveva preparato un pacchetto di sanzioni contro la trentanovenne, ex campionessa olimpica di ginnastica ritmica, considerata dal governo americano la compagna del presidente russo e la madre di almeno tre suoi figli, nonché sospettata di giocare un ruolo nel nascondere all'estero le fortune personali dello «zar». Lo scrive il Wall Street Journal, rivelando che il pacchetto è stato congelato all'ultimo momento per valutare il possibile effetto di una misura che Putin potrebbe considerare come un colpo personale, spingendolo ad una ulteriore escalation nel conflitto ucraino.

Kabaieva è stata anche una modella e deputata nella Duma con il partito Russia Unita. È madre di un bambino di 13 anni, di una bimba di 10 e di due gemelle nate nel 2015. Secondo le fonti di Page Six, i bambini sarebbero tutti figli del presidente russo.

Intanto lei è riapparsi in televisione, è la prima volta dall'inizio dell'invasione, al festival dello sport a Mosca con le Z, ormai famoso simbolo dell'invasione russa in Ucraina, sullo sfondo. L'ex campionessa, di origini uzbeke, si è presentata alla VTB Arena della capitale russa per un evento a lei dedicato, «Alina festival», su uno sfondo ricoperto di «Z», simbolo di sostegno alla Russia nella sua guerra contro Kiev. «Ogni famiglia ha una storia legata alla guerra», ha detto la compagna di Putin. «La ginnastica russa uscirà rafforzata da questo isolamento, vinceremo», ha detto. L'evento sarà trasmesso i primi di maggio, nell'ambito delle manifestazioni per commemorare la vittoria della Russia contro i nazisti durante la Seconda guerra mondiale, che si celebra il 9 maggio. Una data che, secondo alcuni, potrebbe essere scelta dal leader del Cremlino per annunciare la vittoria delle sue forze in Ucraina. Figlia di un famoso calciatore sovietico, ha debuttato sulla scena internazionale nel 1999 e si è ritirata dalle pedane a 24 anni, nel 2007. Nel 2014 poi è diventata la presidente del consiglio di amministrazione del National Media Group, il gruppo mediatico che controlla alcuni tra i più importanti canali di informazione russi di Stato. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ha rifiutato di commentare. I funzionari statunitensi hanno detto che l'azione contro la signora Kabaeva non è fuori discussione. Il Cremlino ha a lungo negato qualsiasi relazione tra il signor Putin e la signora Kabaeva. Il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, non ha risposto alle richieste di commento.

E mentre gli Usa varano nuove sanzioni contro Mosca e i suoi oligarchi, l'Ue si prepara al passo più difficile nel percorso delle sanzioni contro la Russia, all'arma estrema per cercare di provocare il default di Mosca. Non è facile e, per ora, manca ancora l'unanimità. Ma nei corridoi di Palazzo Berlaymont si sta accelerando sulla messa a punto del sesto pacchetto di misure, quello che - come ha spiegato un funzionario della Dg Energia in commissione Affari Esteri al Parlamento europeo - includerà «sicuramente» l'embargo al petrolio. Intanto passano i giorni e la guerra non accenna a risolversi. «In Europa hanno vietato l'import di carbone e stiamo attivamente discutendo la possibilità di ulteriori sanzioni sul petrolio e sul gas», ha affermato il commissario europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni.

«É il momento di ridurre le nostre dipendenze in settori strategici e per rafforzare la nostra autonomia», afferma Gentiloni mettendo in evidenza che l'Ue in risposta alla guerra ha già preso «importanti decisioni e mandato un chiaro messaggio al Cremlino: non saremo ricattati». Ovviamente l'unione fa la forza. E in questo caso più che mai.

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