La strada (e il Paese) senza regole

La tragedia di Giugliano

il luogo dell'incidente a Giugliano in Campania (Napoli)
il luogo dell'incidente a Giugliano in Campania (Napoli)
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Cinture di sicurezza anche dietro, altrimenti la sirena ti devasta i timpani. Tagliando ogni 10mila chilometri, Ad Blue per l'ambiente. Bambini sui seggiolini fino ai 12 anni, quando spuntano i primi baffi. Tolleranza zero se in discesa a tradimento l'Autovelox ti fotografa oltre il limite.

Intanto, il giorno dopo essere stato scarcerato, un uomo si mette al volante senza patente su un'auto omologata per due senza assicurazione, ci fa salire quattro persone (due minori, di cui una nel bagagliaio) e si ribalta, ammazzando una bimba.

Sono due spaccati dello stesso Paese, che la straziante vicenda di Giugliano restituisce nella sua ormai sempre più inaccettabile divaricazione. Perché viene da chiedersi che senso abbia inasprire le sanzioni e moltiplicare le cautele all'infinito se poi esistono zone d'Italia in cui c'è chi guida (e vive) in spregio alle regole, del buonsenso e del Codice della strada, vantandosi magari di andare in motorino in tre senza casco. Che fa tanto folclore, almeno finché non ci si ritrova a piangere al funerale.

Non è questione di Nord virtuoso contro Sud fuorilegge: il becero manicheismo non c'entra. C'entrano le statistiche. Nel 2023 a Napoli, su 1,2 milioni di vetture circolanti, il 25,6% era senza assicurazione, con tre Comuni campani oltre il 40%.

Significa che una zona del Paese è impermeabile alla più elementare norma che tutela colpevoli e danneggiati in caso di incidenti, figuriamoci alle occhiute nuove prescrizioni.

La realtà è che mentre rincorriamo l'utopia di una popolazione di automobilisti perfettamente diligenti, viviamo la distopia di un Paese sempre più a due velocità. E stavolta l'Autovelox non ha colpe.

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