Strage di Erba, no della Cassazione alle nuove prove

Reperti ignorati, i legali: "Andavano analizzati". Verso una richiesta di revisione del processo

Strage di Erba, no della Cassazione alle nuove prove

La Cassazione dice no all'analisi dei reperti mai esaminati per la strage di Erba. Una decisione che lascia perplessi, dato che per ben tre volte la Suprema Corte si era pronunciata favorevolmente e che ora ha cambiato orientamento. L'avvocato Fabio Schembri, che con Luisa Bordeaux e Nico D'Ascola, difende Olindo Romano e Rosa Bazzi, attende di leggere le motivazioni. Intanto commenta: «Certo, tecnicamente questa decisione mi ha sorpreso, dato che eravamo andati a Como proprio per effetto della precedente pronuncia della Cassazione. Prima ci hanno detto che serviva l'incidente probatorio a Brescia. A Brescia non è stato fatto dopo che già avevano deciso di nominare i consulenti. Poi, in Cassazione, avevano stabilito un accertamento tecnico irripetibile. E ora, dopo che a Como si sono rifiutati, prendiamo atto che anche per la Cassazione non vanno fatti nemmeno con questa formula stabilita sempre da loro. Ma, a dirla tutta, in questa storia non mi sorprende più nulla. Al tribunale di Como hanno distrutto illegittimamente buona parte dei reperti nonostante due diversi divieti dei giudici. E non è successo nulla, perché è stata chiesta l'archiviazione. Sono saltati fuori a distanza di tempo reperti ufficialmente già inceneriti, addirittura con sigilli rimossi senza che nessuno sappia perché. E non è successo nulla nemmeno lì. Abbiamo scoperto che per quello che fu definito il più grave fatto di cronaca nera del Dopoguerra mancano una parte consistente di intercettazioni, nessuno sa perché, ma non ci fanno controllare nel server per capire cosa sia successo. Francamente no, oggi diventa difficile sorprendersi». Per i legali della coppia restano ancora dei reperti importanti da analizzare. «Quelli custoditi dal Ris e quelli al laboratorio di Pavia, con le formazioni pilifere sulla felpa di Youssef e i margini ungueali. Presenteremo una nuova istanza a Como. Il problema è che le norme per consentire le analisi difensive ci sono, ma se poi non ci autorizzano è problematico svolgerle».

Intanto sul settimanale Oggi viene riportata l'anticipazione del libro di Stefania Panza Metamorfosi di un delitto (Tralerighe). All'interno sono riportate delle frasi di Souad Ferchici, la madre di Azouz Marzouk, da cui Raffaella andò quattro mesi prima della strage. Secondo la donna Raffaella al suo ritorno in Italia sarebbe dovuta entrare in possesso di una cospicua somma donatale dalla madre Paola Galli.

«Noi avremmo voluto sentire Souad già al processo di Como del 2008, ma la sua testimonianza fu stralciata dalla Corte d'Assise insieme a quella di una settantina di persone», dicono i difensori.

In ballo c'è la richiesta di revisione, che i legali potrebbero avanzare tra qualche mese «se ci autorizzeranno l'analisi dei reperti rimasti al Ris e a Pavia, dove può esserci la prova dell'innocenza di Olindo e Rosa. Naturalmente abbiamo raccolto molto altro».

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