Il Canale della Manica come il Mediterraneo? I numeri della tragedia sono ineguagliabili, ma il dramma dei migranti che si è consumato ieri al largo di Calais, in Francia, in quel tratto di mare che separa l'Europa dal Regno Unito, ricorda all'Europa l'urgenza di proteggere le sue frontiere esterne e ricorda a Londra che non basta uscire dall'Unione europea per liberarsi del problema immigrazione. Specie quando, come con l'Italia, il mare rischia di diventare una frontiera difficile da gestire e controllare se non c'è piena collaborazione dall'altra parte della sponda.
Ci volevano trentuno morti, forse 33 (due sopravvissuti sono in pericolo di vita), probabilmente di più con il trascorrere delle ore. Un numero così alto di vittime non c'era mai stato nel canale della Manica, che diventa così teatro della prima grande tragedia legata all'emergenza immigrazione. Decine di vittime annegate nel tentativo di raggiungere le coste inglesi dalla Francia. Almeno 5 donne e una bambina. E il bilancio potrebbe salire, perché a bordo dell'imbarcazione c'erano forse una cinquantina di passeggeri. Grazie a un'operazione di soccorso alcuni profughi sono stati salvati ma altri potrebbero essere ancora in mare. Quattro persone sono state arrestate.
Il primo ministro britannico Boris Johnson si è detto «scioccato» e ha convocato una riunione del comitato di crisi Cobra. Il ministro dell'Interno francese Gerald Darmanin si è recato sul posto. Ma le parole più forti arrivano dal presidente Emmanuel Macron: «Non lasceremo che la Manica diventi un cimitero», spiega il leader francese, che chiede agli omologhi europei il rafforzamento immediato dell'agenzia Frontex alle frontiere esterne dell'Ue e una riunione d'emergenza dei ministri europei coinvolti nel dossier immigrazione. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel punta il dito «sui trafficanti che giocano con la vita delle persone vulnerabili». E aggiunge: «Dobbiamo lavorare insieme con il Regno Unito per un giro di vite sul business».
In realtà tra Londra e Parigi si consuma l'ennesimo scontro. Per la sindaca di Calais, Natacha Bouchart: «È colpa di Johnson che costringe il nostro Paese a sopportare questo assetto perché non ha il coraggio di assumersi le responsabilità nel suo Paese». Per Johnson «è la Francia che deve fare più sforzi per arginare il flusso».
Quella nella Manica è un'escalation di traversate che va avanti da settimane, mesi: continui tentativi di raggiungere la Gran Bretagna, evidentemente considerata da molti migranti ancora più appetibile del continente Europa. Molti sono mediorientali, come quelli che bussano al confine tra Bielorussia e Polonia. Ma così tanti non si erano mai visti prima in quel tratto di mare.
Da inizio anno, secondo la prefettura marittima della Manica, oltre 31mila migranti hanno tentato la traversata. Con un record di più di mille in un solo giorno. In tutto 3.700 sono stati soccorsi. Sette morti o dispersi. Ma il conto da ieri va tristemente aggiornato.
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