Straniero con un coltello aggredisce gli agenti. Ucciso da un poliziotto

Notte di follia alla stazione di Verona. Il 26enne maliano "indemoniato". I tre colpi al petto

Straniero con un coltello aggredisce gli agenti. Ucciso da un poliziotto
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Una notte di paura e di tensione, culminata con una tragedia all'alba che rimette sotto i riflettori l'emergenza sicurezza in tutto il Paese. Accade tutto in uno dei luoghi più «caldi» di Verona, già teatro di numerosi episodi di violenza: sono le 5 del mattino nell'area di Porta Nuova quando un 26enne originario del Mali, in evidente stato di alterazione, comincia a danneggiare le vetrine di alcuni negozi all'interno della stazione. Poi, all'improvviso, l'uomo che era già noto alle forze dell'ordine per reati legati alla droga si scaglia contro una pattuglia della Polizia municipale che all'esterno stava rilevando un incidente stradale. Li minaccia, brandendo un grosso coltello da cucina.

I vigili urbani avvertono i colleghi della Polfer che due ore dopo, rivedendolo in zona, cercano di bloccarlo per identificarlo. Ed è a quel punto che accade l'irreparabile: il maliano tenta di aggredire i poliziotti, uno dei quali esplode tre colpi di pistola in rapida successione, ferendolo gravemente al petto. Le immagini del sistema di videosorveglianza della stazione cristallizzano tutti quei drammatici minuti: anche gli attimi in cui, mentre viene chiamata l'ambulanza, è lo stesso poliziotto (un agente con molti anni di servizio alle spalle) a praticare al 26enne il massaggio cardiaco. Un tentativo vano. I soccorsi constateranno la morte del 26enne poco dopo.

Ma ci sono anche i testimoni che hanno aiutato a ricostruire l'episodio. Tutti parlano del giovane che «sembrava indemoniato, non era contenibile». Solo l'autopsia, prevista nelle prossime 48 ore, potrà chiarire le ragioni del suo stato psicofisico alterato.

Ormai da molti mesi la situazione nell'area di Porta Nuova si è fatta via via più difficile, con continui episodi di criminalità. Lo scorso luglio la polizia di Verona aveva eseguito 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere e sette divieti di soggiorno in tutta la provincia nei confronti di altrettanti indagati, di origine marocchina, con precedenti penali, senza fissa dimora e irregolari. Dieci mesi, da agosto 2023 a maggio 2024, di azioni violente compiute da uno o più appartenenti al gruppo e sempre nella stessa zona, intorno alla stazione ferroviaria e di piazzale XXV Aprile. L'indagine era stata svolta proprio dalla Polfer insieme alla Squadra Mobile.

È in questo contesto che l'ennesimo episodio scatena le polemiche sulla sicurezza nelle aree dove è maggiormente concentrata la presenza in città di irregolari. Il primo commento è stato del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che commentando la morte dell'uomo ha scritto: «Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere». Una frase che ha fatto saltare dalla sedia la sinistra. Immediata è infatti arrivata la replica del senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Pd, per il quale «è un principio elementare di umanità non gioire per la morte di una persona, qualunque cosa abbia fatto e vedere Salvini festeggiare per la scomparsa di un uomo è una vergogna per il nostro Paese, che lui dovrebbe rappresentare. Seminare odio fa male a tutti».

Scontro politico a parte, a parlare per la città di Verona è stato invece l'assessore alla sicurezza Stefania Zivelonghi, a nome del sindaco Damiano Tommasi.

«Di fronte alla drammatica vicenda, una prima considerazione riguarda il forte e costante presidio presente nell'area della stazione - ha precisato - e il grande impegno delle forze dell'ordine, sempre in prima linea per la difesa della sicurezza dei cittadini. Al rammarico per la perdita di una vita umana - ha concluso - si unisce la grande solidarietà alla polizia ferroviaria e alla polizia locale coinvolte nell'aggressione».

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