Il Partito democratico sta per perdere un altro pezzo. Si tratta di Vasco Errani, ex governatore della Regione Emilia Romagna e attuale commissario straordinario per la ricostruzione dopo il terremoto in Centro Italia. "Se le cose non cambiano vado via - riporta Repubblica -. E sabato pomeriggio spiegherò perché a Ravenna, nella mia sezione, com’è giusto che sia". È noto che Errani sia legato da tempo a Bersani, ma l'addio al Pd renziano (e la scelta dei tempi) non era per nulla scontato. Anche perché Errani è sempre stato un politico propenso all'incontro più che allo scontro. E da quando si occupa della ricostruzione dopo il terremoto le sue uscite pubbliche su temi politici sono pressoché inesistenti.
Ma il momento dell'addio è arrivato: anche Errani si accinge a lasciare il partito. A nulla valgono le resistenze di chi, come Romano Prodi, prova ad evocare il "suicidio", facendo di tutto perché sia evitato. "Ci siamo sentiti - ammette Errani - certo, sempre in questi anni ci siamo sentiti. Anche quando lui decise di non iscriversi più al Pd ci sentimmo, perché è da tre anni che Prodi non prende più la tessera del Pd, se non sbaglio". Con questa frase, buttata lì quasi per caso, Errani sembra voler dire: che volete da me, anche Prodi se n'è andato dal partito che ha fondato.
Sul caso Errani dice la sua il sindaco di Bologna, Virginio Merola: "Se Vasco seguisse Bersani sulla strada della scissione mi dispiacerebbe moltissimo perché Errani è stato ed è un ottimo amministratore e ha una grande lungimiranza politica. Mi auguro che non lo faccia - prosegue Merola- perché avremo bisogno di tutte le sue capacità e non vedo il motivo di fondo, oggi, per abbandonare il Pd, anche se prevalesse una posizione non condivisa".
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