Studio dell'Istituto dei tumori. Covid in Italia dall'estate 2019

I ricercatori eseguono uno screening sul cancro del polmone, ma scoprono gli anticorpi del Coronavirus

Studio dell'Istituto dei tumori. Covid in Italia dall'estate 2019

Andavano a caccia del leone e invece hanno catturato la tigre. Il mosaico di Sars Cov2 è ancora incompleto e ogni giorno si aggiungono nuovi tasselli: ora emerge che la diffusione del coronavirus sarebbe iniziata addirittura prima di settembre 2019. Gli indizi sul fatto che il Covid 19 circolasse anche in Italia molto prima del 21 febbraio scorso, quando fu individuato il primo caso ufficiale, si vanno accumulando da mesi. Ora forse è arrivato quello determinante, la conferma scientifica. E come spesso accade nella ricerca il dato è emerso nell'ambito di uno studio che non aveva nulla a che fare con il Covid, ma con il cancro dei polmoni.

La ricerca è stata pubblicata l'11 novembre su Tumori Journal ed è firmata dal direttore dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, Giovanni Apolone. I dati sono stati raccolti nell'ambito di uno screening per il tumore del polmone, Smile, partito proprio nel settembre del 2019 e proseguito fino a marzo 2020. Sono stati arruolati 959 volontari sani e sono stati sottoposti a Tac spirale ai polmoni e analisi del sangue. Ma dato che i ricercatori avevano a disposizione questo materiale, una volta esplosa l'epidemia hanno deciso di andare a verificare l'eventuale presenza degli anticorpi nel sangue prelevato ai volontari.

In collaborazione con le università di Milano e Siena tutti ci campioni prelevati sono stati sottoposti a test sierologico. Esami che hanno rivelato come nel settembre del 2019 nel 14 per cento dei campioni esaminati erano presenti anticorpi per il nuovo coronavirus. A settembre. Mentre la notizia del primo caso di una polmonite di eziologia sconosciuta è stata denunciato dalla Cina il 31 dicembre 2019.

E invece sui 959 campioni prelevati ben 111 sono risultati positivi all'immunoglobulina G (16 casi) o all'immunoglobulina M (97 casi). Di questi 111 positivi, 23 risalgono a settembre, 27 a ottobre, 26 a novembre, 11 a dicembre, 3 a gennaio e 21 a febbraio. I positivi provengono da 13 regioni, la maggioranza dalla Lombardia, poi Piemonte, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Veneto.

Dei 111 casi, 6 sono risultati positivi anche agli anticorpi neutralizzanti. Quindi una prevalenza di positivi superiore al 10 per cento in questo campione del tutto casuale mentre i dati successivi rilevati dall'Iss rilevavano una prevalenza inferiore al 3 per cento.

«La prevalenza si riduce quando si guarda ai casi validati del test di neutralizzazione, pari a 6 positivi, di cui 4 in ottobre. Il dato rilevante è questo, non la proporzione di positivi, comunque suggestiva data la corrispondenza con le note prevalenze regionali», dice il professor Apolone.

Dati che confermano una circolazione del virus già nell'estate del 2019 e che spiegano come mai già a novembre di un anno fa dai medici di medicina generale arrivassero segnalazioni sulla comparsa di gravi sintomi respiratori in persone anziane e fragili con bronchite bilaterale atipica, allora collegate all'influenza.

Proprio nei giorni scorsi anche il virologo Giorgio Palù,

Università di Padova, aveva sottolineato - in un'intervista al Giornale - che «dall'analisi del genoma, che come un orologio traccia il percorso evolutivo del virus, Sars-Cov2 circolasse da uomo a uomo sin da settembre 2019».

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