Stupro di Capodanno, condannato a 5 anni: "Rido, nulla mi ammazza"

Nel 2020 la violenza su una sedicenne in una villa di Primavalle. Il 22enne: "Ho la coscienza pulita"

Stupro di Capodanno, condannato a 5 anni: "Rido, nulla mi ammazza"
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Il Tribunale di Roma ha condannato a 5 anni e mezzo di reclusione Patrizio Ranieri, il 22enne imputato per lo stupro di una ragazza di 16 anni avvenuto in una villa a Roma, nel quartiere Primavalle, la notte di Capodanno del 2020. Per i giudici, però, non è stato uno stupro di gruppo, come ritenuto dalla Procura che aveva sollecitato una condanna a 12 anni e 6 mesi.

Nonostante la giovane età, la condanna non sembra aver turbato particolarmente l'imputato. Anzi il ragazzo ha replicato in modo sprezzante. «Mio padre è morto sapendo che sono innocente, che mi frega di quello che pensano loro (i giudici, ndr). Io rido sempre, non ho fatto niente, ho sempre detto la verità e loro cambiavano versione. A me non mi ammazza niente, ho la coscienza pulita», il commento a caldo di Ranieri, che ha sempre sostenuto si fosse trattato di un rapporto consensuale. I giudici hanno riqualificato il capo d'imputazione, riconoscendo la sua responsabilità solo per la violenza sessuale singola.

Gli avvocati della ragazzina abusata si aspettavano una decisione diversa. «A quasi quattro anni di distanza da uno degli stupri più brutti avvenuti a Roma si arriva a una sentenza che comunque prevede una condanna a cinque anni e mezzo. I giudici non hanno riconosciuto l'accusa di stupro di gruppo, ma quella di stupro individuale. Leggeremo le motivazioni. Adesso lo devo comunicare alla ragazza e sarà difficile perché tornerà a quello che è successo», il commento del legale di parte civile, Licia D'Amico. Secondo l'accusa, Ranieri e altri ragazzi, alcuni minorenni all'epoca dei fatti, avrebbero compiuto abusi sulla 16enne approfittando del suo stato di incoscienza dovuto all'assunzione di alcol e droghe. I due minorenni sono già sotto processo davanti al Tribunale dei minorenni, mentre per un altro maggiorenne i pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio. La posizione di Ranieri è stata trattata separatamente, avendo la Procura disposto il giudizio immediato. Nel gennaio del 2022 il giovane, ex promessa del club romano di calcio Atletico Lodigiani, è finito agli arresti domiciliari, da cui è potuto uscire dopo quasi due anni.

Nel maggio del 2023 la giovane vittima, di Barcellona, in vacanza a Roma, figlia di un diplomatico, è stata ascoltata in aula. Disse di avere deciso di denunciare e di affrontare il processo non solo per lei, ma per tutte le donne vittime di violenza.

Quella sera alla festa si erano incontrate due comitive diverse, una dei Parioli, quartiere bene della capitale, e una della borgata di Primavalle. Girava di tutto: alcol, cocaina, hashish e pasticche varie. Ed è successo quello che non doveva succedere.

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