Sul conflitto di interessi l'Antimafia pronta a votare il nuovo testo

L'Antimmafia dovrà discutere nei prossimi giorni di due indagini che lambiscono gli ex magistrati oggi 5s

Sul conflitto di interessi l'Antimafia pronta a votare il nuovo testo
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Su mafia e dossieraggi è tutto rinviato a martedì. L'ufficio di presidenza della commissione Antimafia si è chiuso con un (quasi) nulla di fatto e si è preso qualche giorno per capire se la modifica al regolamento della commissione può servire a svelenire il clima e risolvere il «conflitto d'interessi» dei due parlamentari M5s Roberto Scarpinato e Federico Cafiero de Raho, al centro di una intricata storia che riguarda il loro passato con indosso la toga.

Per una incredibile coincidenza l'organismo parlamentare dovrà discutere nei prossimi giorni di due indagini che lambiscono gli ex magistrati che Giuseppe Conte ha deciso di candidare (e di difendere perché sono «due campioni dell'antimafia», dice l'ex premier). Scarpinato è stato pizzicato a parlare con Gioacchino Natoli, pm a riposo che non avrebbe indagato fino in fondo sul rapporto Mafia-appalti dei Ros di Mario Mori, dossier che per i pm di Caltanissetta sarebbe centrale un potenziale movente dietro la morte di Paolo Borsellino. De Raho invece è l'ex procuratore capo della Direzione nazionale antimafia per cui lavorava l'ufficiale Gdf Pasquale Striano, al centro di una vicenda di presunti dossieraggi attraverso giornalisti amici (del Domani in particolare) su cui indaga la procura di Perugia.

Quando in Antimafia si parlerà delle due vicende a entrambi fischieranno le orecchie. È giusto che restino in aula? Che partecipino a indagini su fascicoli e personaggi con cui hanno o hanno avuto rapporti? I Cinque stelle fanno le barricate («escluderli sarebbe osceno», dicono), il centrodestra chiede che facciano un passo di lato per non ostacolare i lavori della commissione. L'ufficio di presidenza, a quanto pare, starebbe lavorando a una modifica del regolamento della commissione (non della legge) per congelare la loro posizione ed evitare fastidiosi conflitti d'interesse nel compito giurisdizionale che spetta alla commissione nell'affiancarsi a inchieste delicatissime, come quella sui presunti dossieraggi contro il premier Giorgia Meloni e i ministri di questo governo e quella sui veri motivi dietro la morte di Borsellino. La prossima settimana si deciderà che strada seguire, da qui ad allora si lavorerà per una soluzione il più possibile bipartisan, anche perché la modifica del regolamento ha deti tempi tecnici di valutazione degli uffici che si annunciano lunghi.

La sensazione è che la maggioranza abbia i consensi necessari per escludere i due ex magistrati dalla discussione sulle vicende recenti o meno che li riguardano e che a oggi paralizzano l'Antimafia dai suoi doveri di indagine. Martedì sarà il Dday.

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