Superate le mille rianimazioni e altri 153 morti. Lombardia, Lazio e Piemonte verso il giallo

Ieri 30.798 casi. Il Veneto e la Liguria adesso temono la zona arancione

Superate le mille rianimazioni e altri 153 morti. Lombardia, Lazio e Piemonte verso il giallo

Numeri considerevoli dal bollettino dei contagi di ieri. I nuovi casi sono 30.798, il più alto dai 34.767 del 21 novembre 2020. È possibile che nel giro di qualche giorno possa essere battuto il record assoluto, i 40.902 del 13 novembre.

Record assoluto di tamponi fatti: 851.865, motivo per cui il tasso di contagio è inferiore ai giorni precedenti, 3,61 per cento. Il boom dei test ovviamente influisce molto sull'aumento dei contagi, perché si scovano molti asintomatici. Per dire, il già citato 13 novembre 2020 i tamponi effettuati erano stati 237.225, meno di un terzo di ieri.

Si torna in quadrupla cifra per i pazienti Covid-19 ricoverati nelle terapie intensive: 1.012 ieri (con un aumento di 25 unità rispetto a lunedì), cosa che non si verificava dal 31 maggio (1.033). Quanto ai ricoverai in area non critica ieri se ne contavano 8.381, 280 rispetto al giorno precedente.

Anche i morti crescono: 153 ieri, un numero che non si toccava dai 171 del 27 maggio. Certo sono ancora lontani i picchi dello scorso inverno, quando ogni giorno scomparivano 700-800 ammalati, ma la progressione impressione.

La mappa dell'Italia sembra destinata a colorarsi inesorabilmente nelle prossime settimane. Attualmente sono sette le regioni in giallo (Friuli-Venezia Giulia, Bolzano, Calabria, Liguria, Marche, Veneto e Trento) ma altre si stanno avvicinando ad ampie falcate ai limiti della prima zona colorata (incidenza superiore a 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, percentuale di occupazione delle terapie intensive superiore al 10, percentuale di occupazione delle aree non critiche superiore al 15). La Lombardia ha giù oltrepassato il limite per le terapie intensive (ieri era al 10,78 per cento) ma si salva solo grazie al recente aumento dei posti letto in area non critica disponibili (da 7.945 a 10.237) che ha fatto scendere la percentuale entro la norma, attualmente al 12,76. Mancano 279 ricoveri «normali» al giallo. Peggio sta il Lazio che è al 13,57 per cento per le terapie intensive e al 14,25 per l'area non critica. Basteranno 49 ricoveri ordinari per far scattare il cartellino giallo. L'Emilia-Romagna è al 12,04 per cento per le terapie intensive e al 12,04 per l'area non critica: per non andare in giallo deve sperare che non siano ricoverati in reparti ordinari altri 262 degenti Covid. Messo male anche il Piemonte, che da ieri ha superato quota dieci per le terapie intensive (10,19) ed è vicino anche al 15 per l'area non critica (14,25): mancano 44 ricoveri.

Non sembra invece probabile che alcuna delle regioni attualmente in giallo finisca in arancione (terapie intensive al 20 per cento e area non critica al 30). Le regioni messe peggio (Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Alto Adige) sono ancora molto lontane da questi numeri.

E lo è anche il veneto (area non critica a 17,58 e terapien intensive al 16,50) malgrado il governatore Luca Zaia lanci l'allarme: «Fino alla prima settimana di gennaio saremo in crescita con i contagi e pian piano ci avviciniamo all'area arancione».

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