«La proroga del 110%, grazie all'applicativo del decreto Semplificazioni, fa guardare al provvedimento positivamente. Il meccanismo era nato complicato e infatti, a oggi, era stato utilizzato solo il 20% delle risorse disponibili. Le ultime limature ci auguriamo avvengano con la legge di Bilancio per garantire una continuità di investimenti e di spesa». Esplicita così la valutazione sul Superbonus il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.
Presidente il provvedimento con dichiarazione Cila per ottenere il Superbonus, rivisitato e corretto, dà più garanzie ai proprietari di casa?
«La premessa è che consentirà lavori seri e non superficiali o sommari, in doppia conformità. La linea è giusta. La durata iniziale metteva a rischio alcuni lavori, perché poteva innescare una corsa all'accaparramento dell'appalto. Noi chiediamo che con la legge di Bilancio si affronti la proroga per garantire che l'intero settore immobiliare ritorni a essere un volano per l'economia».
Ci sono queste premesse?
«Sì, abbiamo chiesto che si tenga conto della struttura geografica del Paese. In Italia rispetto all'Europa accadono tanti eventi sismici e si dovrà anche puntare su questo per valorizzare quei luoghi che oramai potrebbero essere dimenticati e abbandonati».
Il provvedimento Cila-Superbonus quanto potrebbe muovere in termini economici?
«Vorrei ricordare quanto è stato generato dai tutti gli incentivi edilizi dal 1998 fino a oggi, a partire dalla detrazione del 36%. Sono stati prodotti 21 milioni di interventi, per 346 miliardi di investimenti e con 246 mila occupati all'anno. Un sistema che se stabilizzato nel tempo creerà ricchezza anche se teoricamente oggi per lo Stato è una perdita di gettito, ma solo apparente».
L'edilizia sta quindi riprendendo a crescere malgrado la pandemia?
«L'interesse è spropositato: le persone stanno cambiando abitudini con lo smartworking. Si stanno cercando luoghi più aperti, o appartamenti con una camera in più. Soprattutto chi ha il privilegio di lavorare da casa. Tuttavia va ricordato che la proprietà immobiliare in Italia è diffusa, non concentrata. Non bisogna avallare provvedimenti come il blocco degli sfratti che lede i piccoli proprietari e distrugge l'investimento. Serve una visione più ampia».
Serve infondere fiducia?
«Sì, chi ha dovuto penare per riavere indietro un immobile occupato lo vende o trova il modo di non riaffittarlo»
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