Superbonus, proroga per le "villette". Ancora impasse sui crediti incagliati

Sconto prolungato fino al 30 giugno per le case unifamiliari. La Ragioneria dello Stato dice no alle compensazioni in F24

Superbonus, proroga per le "villette". Ancora impasse sui crediti incagliati

Una proroga di tre mesi del superbonus 110% per gli immobili unifamiliari (le cosiddette «villette») in modo che i lavori possano essere pagati con l'agevolazione piena. Si tratta dell'accordo trovato ieri dalla maggioranza con il governo in commissione Finanze alla Camera sul decreto Superbonus in vista del voto sigli emendamenti che dovrebbe iniziare stamattina e concludersi domani sera. Tra le altre intese raggiunte anche lo sconto e la cessione garantiti per istituti case popolari e onlus. Idem per le barriere architettoniche e il sismabonus. Vicina anche la soluzione per risolvere il nodo dei lavori relativi a caldaie e infissi.

Resta ancora irrisolto il tema dei crediti incagliati, con l'ipotesi di usare gli F24, proposta da banche e costruttori, che continua a lasciare freddo il ministero dell'Economia e, soprattutto, la Ragioneria generale dello Stato. Un'ultima riunione di maggioranza seguita dai contatti con il governo e le opposizioni ha permesso al relatore, Andrea de Bertoldi (Fdi), di esprimere ottimismo e soddisfazione per l'accordo raggiunto su alcuni temi, sui quali si va verso una «soluzione condivisa». In arrivo dunque la proroga di tre mesi (dal 31 marzo al 30 giugno) del termine per le unifamiliari, che entro il 30 settembre scorso avevano effettuato almeno il 30% dei lavori, per concludere la spesa e portarla in detrazione beneficiando del 110%. Vengono poi salvati dallo stop alle cessioni e allo sconto in fattura scattato il 16 febbraio le Onlus, le case popolari (Iacp), gli interventi con il sismabonus ma solo nelle aree del cratere e anche i lavori per le barriere architettoniche. Viene infine corretta la deroga per chi aveva già presentato la Cila: per trovare una soluzione al fatto che l'edilizia libera (come caldaie, infissi o fotovoltaico) non richiede alcun titolo abilitativo, verrà previsto che per attestare la data di inizio dei lavori bastino il versamento di un acconto con bonifico parlante o due autocertificazioni (una del venditore e una dell'acquirente) relativamente all'esistenza di un contratto.

Si va verso una soluzione anche per sbloccare il nodo del termine del 31 marzo per comunicare all'Agenzia delle Entrate le opzioni di cessione o sconto in fattura relative alle spese edilizie del 2022. La soluzione potrebbe arrivare a breve e parte dalla riformulazione di un emendamento del relatore per consentire di comunicare l'opzione anche prima della conclusione dell'accordo di cessione. E per rendere la modifica operativa da subito potrebbe arrivare già domani un comunicato con forza di legge del Tesoro. Inoltre, si interverrebbe anche sulle regole della remissione in bonis, consentendo il completamento della procedura oltre il termine con il versamento di 250 euro all'Agenzia delle Entrate.

Per quanto riguarda i 19 miliardi di crediti incagliati le trattative vanno

ancora avanti. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti già nei giorni scorsi si era detto «freddo», dal momento che, stando ai dati, molte banche e assicurazioni sono «ben lontane dall'aver già» esaurito i propri spazi.

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