Il colonnello Andriy Ghuk, capo di uno dei dipartimenti di Sicurezza nazionale, è stato il primo a cadere nella trappola tesa dai servizi segreti di Kiev. Lo stavano pedinando da giorni, e domenica è finito in manette. Ieri mattina è stato immobilizzato dagli uomini dell'intelligence un altro colonnello, Serhiy Rud. Sospettati inizialmente di aver raccolto e trasmesso informazioni classificate top secret agli 007 di Mosca, nelle ore successive della giornata i due ufficiali hanno confessato di aver lavorato sotto copertura per la Fsb russa, con l'intento di uccidere Zelensky.
Il piano, secondo Kiev, avrebbe dovuto portare all'eliminazione del presidente ucraino e di altre figure di primo piano come regalo a Putin per il suo insediamento. L'Fsb, in particolare, avrebbe cercato di reclutare militari, destinati a compiere materialmente l'azione, tra i reparti impiegati per la protezione del presidente. Assieme a Zelensky erano finiti nel mirino il capo dei servizi di sicurezza Malyuk, quello dell'intelligence Budanov e altri funzionari e militari di alto livello. Ghuk e Rud, che hanno studiato insieme all'Accademia della Guardia di Frontiera, erano stati arruolati e pagati da Mosca per svolgere una lunga e accurata attività di osservazione con raccolta di informazioni per individuare il domicilio adatto a colpire. Le coordinate avrebbero quindi permesso di condurre un attacco missilistico a colpo sicuro. Dopo il raid, l'area sarebbe stata raggiunta da droni che avrebbero dovuto portare il secondo attacco in base a un copione che la Russia ha già sperimentato in diverse città dell'Ucraina. L'operazione sarebbe quindi stata chiusa con il lancio di un secondo missile, destinato a devastare ulteriormente l'area e a cancellare qualsiasi implicazione russa.
Nell'abitazione di Andriy Ghuk sono stati recuperati droni, cariche RPG-7 e mine antiuomo MON-90, da consegnare all'esecutore materiale. Il servizio di sicurezza ucraino è riuscito a registrare i viaggi con le armi e a intercettare le conversazioni tra lo stesso Ghuk e un emissario dell'FSB russo. Budanov, uno dei bersagli di Putin, ha rivelato ieri che a progettare l'attentato sarebbero stati Maxim Mishustin, Dmitrij Perlin e Oleksii Kornev, «pezzi da novanta dell'Fsb che erano già entrati in Ucraina prima dell'invasione russa per controllare i punti deboli del nostro apparato militare». Maliuk, l'altro funzionario ucraino che Mosca voleva morto, ha spiegato che «alcuni militari venivano attenzionati da mesi. Dall'inizio del conflitto siamo riusciti a sgominare 47 reti di agenti sul territorio ucraino che lavoravano contro la sicurezza nazionale del Paese.
L'intensificazione dell'attività di controspionaggio del nemico rimane una questione fondamentale».Sul fronte russo, Peskov ritiene il coinvolgimento di Mosca «infondato», e Medvedev dice che «è l'Occidente a voler eliminare Zelensky». Per il redivivo Kadyrov «Zelensky non va ucciso, ma messo in prigione».
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