Inghilterra e Galles non sono più Paesi a maggioranza cristiana. Per la prima volta infatti, i nuovi dati del censimento 2021 rivelano una riduzione del 17% nel numero di persone che si definiscono cristiane, pari a 5.5 milioni di abitanti. Aumenta invece il numero dei credenti islamici, che va dal 4,9% al 6,5%, portando la popolazione musulmana a 3.9 milioni. Nelle due Nazioni del Regno, che costituiscono circa il 90% della popolazione pari a 67 milioni di soggetti, i cristiani osservanti raggiungono ora il 46,2% degli abitanti rispetto al 59,2 rilevato dieci anni fa. Il 37,2% dei soggetti dichiara infine di non avere religione facendo registrare un aumento del 22% nell'ultimo decennio. Un risultato che fotografa una società da una parte sempre più multietnica e multiculturale e dall'altra sempre più distante dalle pratiche religiose.
«Questi ultimi dati ci invitano a fare la nostra parte nel far conoscere Cristo - ha commentato ieri l'arcivescovo di York, Stephen Cottrell - ci siamo lasciati alle spalle l'era in cui la maggioranza delle persone si definivano automaticamente come Cristiani, ma altri studi mostrano in modo consistente come queste stesse persone siano ancora alla ricerca di un verità una saggezza spirituale e di una serie di valori a cui ispirarsi e secondo cui vivere». «Uno degli aspetti più eclatanti che emergono dal censimento - ha sottolineato il direttore esecutivo di Humanist UK, Andrew Copson - è quanto siano in contrasto i dati con il nostro Stato. Nessuno stato in Europa ha un'impostazione religiosa come la nostra in termini di legislazione eppure allo stesso tempo abbiamo un rilevante fetta di popolazione non religiosa». Una seconda analisi fatta dal quotidiano Guardian mostra come le aree con una proporziona più alta di minoranze etniche risultano essere anche quelle più religiose mentre le zone dove la popolazione bianca è la maggioranza hanno anche una prevalenza di atei e si trovano tutte nel sud del Galles e, per quanto riguarda l'Inghilterra, nelle aree di Brighton, Hove e Norwich.
In luoghi come Bristol e Hastings più della metà della popolazione dichiara di non essere religiosa e le zone dove si concentra la maggior parte dei credenti, con una percentuale vicina ai due terzi della popolazione appartenente alle minoranze etniche, sono Harrow,Redbridge e Slow. L'ultimo censimento prende in considerazione differenti gruppi di età, combina indici diversi (fertilità, mortalità, migrazione) e indica un serie di fattori possibili che possono aver contribuito all'inversione di tendenza nel profilo religioso del Paese. In Inghilterra e in Galles, attualmente la popolazione di maggioranza bianca, anche quella non britannica, appare in leggera discesa mentre risultano in aumento le minoranze etniche che in alcune grandi città inglesi hanno ormai preso il sopravvento.
Ne è un esempio Leicester, dove il 59,1% della popolazione appartiene a gruppi di minoranza etnica, un cambiamento enorme rispetto al 1991 quando questi gruppi costituivano appena un quarto dei residenti. La stessa cosa accade anche a Luton e a Birmingham dove le percentuali si sono rovesciate e le minoranze sono divenute maggioranze.
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