Svolta dell'Australia sui gas serra "Emissioni giù del 5% all'anno"

Nel mirino del governo grandi inquinatori come raffinerie e miniere

Svolta dell'Australia sui gas serra "Emissioni giù del 5% all'anno"

Avanti tutta verso l'obiettivo del taglio delle emissioni del 43% entro il 2030 e di zero emissioni nette entro il 2050. Per arrivarci, ieri l'Australia ha approvato una serie di norme sul clima rivolte ai «grandi inquinatori» che costringeranno le miniere di carbone, le fonderie e le raffinerie a ridurre le emissioni di circa il 5% all'anno. Il provvedimento entrerà in vigore il primo luglio e le leggi si applicano a circa 215 grandi impianti industriali, ognuno dei quali produce più di 100mila tonnellate di gas serra all'anno.

«Oggi è un giorno storico per il Paese, per garantire che la nostra economia possa sfruttare le opportunità della decarbonizzazione e raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi climatici», ha dichiarato il ministro dell'Energia Chris Bowen. «Ciò che il Parlamento ha fatto è salvaguardare il nostro clima, salvaguardare la nostra economia e salvaguardare il nostro futuro. Ciò che il Parlamento ha fatto è porre fine a 10 anni di disfunzioni e 10 anni di ritardo», ha aggiunto il ministro, parlando ai parlamentari il ministro australiano.

In effetti, come spiega l'esperto di sostenibilità dell'Università del New South Wales, Tommy Wiedmann, all'Afp: «È la prima volta che la riduzione delle emissioni di gas serra è stata sancita dalla legge australiana». Richiedendo a questi impianti di ridurre le loro emissioni del 4,9% all'anno, il governo laburista, che ha raggiunto un accordo con i Verdi, ritiene di poter impedire il rilascio di 200 milioni di tonnellate di carbonio nell'atmosfera nel prossimo decennio. L'esecutivo ha affermato che il piano porrà fine a un decennio di dispute politiche, contenziosi che hanno ripetutamente frustrato i tentativi di affrontare il cambiamento climatico. L'accordo è stato raggiunto dopo settimane di difficili negoziati. I Verdi, il cui sostegno era necessario per approvare le leggi sulla cui efficacia si erano inizialmente dichiarati scettici, hanno accettato di sostenere il piano sul carbonio dopo aver persuaso il governo a fissare un limite massimo alle emissioni.

Secondo uno studio curato dalla società Accenture e commissionato dal Wwf due anni fa «l'abbondanza di vento e l'elevata radiazione solare media per metro sono due fattori naturali che possono avvantaggiare l'Australia nella produzione di energia rinnovabile; oltre alla presenza nel suo sottosuolo dei minerali (come il litio) necessari alla transizione energetica.

Investire nel fotovoltaico e nell'eolico, nella riconversione dell'industria alla produzione tramite energia verde e nello sviluppo di tecnologie per la produzione del (discusso) idrogeno verde permetterebbero di creare 395mila posti di lavoro e generare 89 miliardi di dollari di valore aggiunto lordo entro il 2040.

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