Chi aspira a fare il medico non sarà più ossessionato dai test di ingresso. Il numero chiuso sarà abolito per i primi sei mesi e ogni studente potrà liberamente iscriversi alla facoltà di Medicina. Dopo il semestre arriverà la selezione. Solo i più meritevoli che rientreranno in una graduatoria nazionale potranno continuare gli studi per aspirare a diventare medico (ma anche dentista o veterinario). Quelli meno preparati potranno cambiare facoltà senza perdere l'anno perché intascheranno dei preziosi crediti formativi ottenuti durante il semestre. E i famigerati test di ingresso? Spazzati via da un disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso approvato ieri dalla Commissione Istruzione del Senato che ora aspetta l'ok dell'Aula e poi della Camera. Ma bisognerà mettere il turbo all'iter perché la maggioranza mira a far applicare le nuove regole già dall'anno prossimo.
Ed è quello che si augura anche il ministro dell'Università, Anna Maria Bernini, che è già al lavoro sui decreti legislativi necessari per la «messa a terra» della legge. Ma fin da subito Bernini chiarisce la nuova filosofia. «Rivediamo completamente i criteri di selezione spiega -. Per il primo anno aboliamo il numero chiuso e i test d'ingresso, ma prevediamo un semestre-filtro con esami caratterizzanti, i cui risultati saranno comunque riconosciuti per percorsi formativi alternativi». In pratica tutti coloro che vogliono cimentarsi con Medicina potranno accedere ai corsi del primo semestre, che sarà aperto a tutti: si tratterà di insegnamenti comuni anche ad altre facoltà di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. Alla fine del primo semestre, tra tutti coloro che passano gli esami, verrà stilata una graduatoria nazionale. Solo chi rientra nella classifica per i posti disponibili potrà accedere al secondo semestre di Medicina, gli altri potranno invece proseguire con un'altra facoltà come biologia, biotecnologie, scienze motorie ( l'elenco completo sarà contenuto nei decreti attuativi). Questo meccanismo permetterà a chi non entra di non perdere tempo perché i crediti verranno riconosciuti. E di far crescere la platea dei medici che scarseggiano drammaticamente.
Il ministro stima che ne serviranno 30mila in più nei prossimi sette anni. E i posti in Medicina di conseguenza andranno gradualmente aumentati. Si parla già di 25 mila per il 2025, ben 5 mila in più rispetto a quelli fissati per l'anno in corso. Soddisfatta la maggioranza per il compromesso ottenuto (no ai test ma sì al numero chiuso per evitare un pericoloso sovraffollamento). E il leader della Lega, Matteo Salvini, rivendica: «Una storica vittoria della Lega: dal prossimo anno stop ai test a crocette: decideranno i voti e il merito». Il nuovo sistema, in effetti, elimina gli incubi notturni degli studenti costretti a infarcire il cervello di nozioni per prepararsi al test d'ingresso. Le cui famose domande bizzarre sono passate alla storia. La più ricordata? «A che altezza vola una gazza?».
La struttura della nuova legge che elimina i test pone però alcuni interrogativi a cui solo i decreti attuativi potranno rispondere.
Primo tra tutti: se uno studente vuole ripresentarsi l'anno successivo per la graduatoria deve rifare tutti gli esami sostenuti o solo quelli in cui ha scarseggiato? E se troppi studenti vorranno tentare il semestre, dove seguiranno le lezioni? Nelle università ci sarà spazio per tutti?
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