Tailleur rosa cipria e bianco. È la diplomazia del look per l'eleganza Made in Italy

Nella tre giorni Giorgia ha azzeccato tutti gli abiti: sobri ma eleganti sia i completi da giorno sia il vestito per la cena di gala

Tailleur rosa cipria e bianco. È la diplomazia del look per l'eleganza Made in Italy
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Che cosa c'è di meno rosa di Giorgia Meloni? Eppure la premier, per carattere lontana dal colore femminile e un po' lezioso per eccellenza, ha trovato la nuance giusta al G7.

Non un pastello stucchevole o un'incongrua tinta baby, ma un sobrio cipria. Da padrona di casa, tra gli ulivi di Borgo Egnazia, accoglie gli illustri ospiti in uno svolazzante tailleur dagli ampi pantaloni palazzo, con sottogiacca un tono più scuro, un po' lucente e scarpe dal tacco alto nascoste dall'orlo per slanciare la figura. Sinceramente, perfetto. Ma anche dopo, nei completi pantaloni bianchi, nelle giacche chiare su fantasie geometriche o floreali, fino all'abito da sera blu notte per la cena di gala, con arditi inserti a rete su scollo e maniche, Giorgia interpreta il suo ruolo con elegante nonchalance. Il look, la moda, la forma sono sostanza per la prima donna a capo del governo di un'Italia il cui marchio ha sempre dato lezioni di stile a tutti.

Al summit la leader nata alla Garbatella, come orgogliosamente ricorda, supera non solo una prova personale ma quella che le cuce addosso il simbolo del Made in Italy. Impegno ben maggiore di quello dell'unica altra protagonista del G7, la tedesca presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che al massimo deve migliorare il ricordo delle giacchette di Angela Merkel.

Meloni, trasformata all'inizio del mandato da Re Giorgio Armani, ora cammina sulle sue gambe e sceglie tra marchi minori che rappresentano il ventaglio di offerte italiano. Fashion diplomacy? Orgoglio patriottico o obbligo di rappresentanza che sia, l'estrema cura nella scelta delle mise, i frequenti cambi d'abito, il filo ricercato che lega capelli, trucco, accessori, gioielli, dimostra che il messaggio politico è quello di un'eleganza punto forte della tradizione nazionale.

L'emblema ne è appunto il completo rosa del brand D.Exterior di Brescia. In un video Giorgia si tradisce, un po' impaziente mentre attraversa il prato di Borgo Egnazia e deve piegare la gamba per liberarla dall'orlo che s'impiglia alla scarpa del marchigiano Loriblu: «Questi pantaloni, però, ragazzi!». È un momento, riemerge la Giorgia più pratica che sofisticata, ma subito prevale la premier, consapevole del suo ruolo, che passa dal Papa candido a Zelensky in divisa verde militare.

Solo griffe italiane, alcune precisano di utilizzare manodopera nostrana, e gli esperti di comunicazione spiegano che il rosa trasmette accoglienza, tranquillità. Non è la Giorgia aggressiva ma quella diplomatica che serve a Borgo Egnazia.

Sul bavero ha lo spillo d'argento con il

simbolo del summit, l'ulivo con 7 olive come le potenze del Gruppo, sulla chioma. Al polso però si notano braccialetti di corda, con perline e pietre due multicolori. Forse anche in questo ci sono le due facce di Giorgia.

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