È durato oltre tre ore il faccia a faccia virtuale tra Joe Biden e Xi Jinping, nel tentativo di allontanare il rischio che la concorrenza tra le due potenze si trasformi in un conflitto. «Dobbiamo stabilire alcune barriere di buon senso, essere chiari e onesti dove non siamo d'accordo e lavorare insieme dove i nostri interessi si intersecano», ha detto il presidente americano al collega cinese, rivolgendo l'appello a «evitare un conflitto» tra Washington e Pechino. Da entrambe le parti hanno fatto sapere che si è trattato di un colloquio dai toni «franchi e schietti», da cui è emersa la volontà di un disgelo. Biden e Xi hanno individuato nella lotta ai cambiamenti climatici e nel campo dell'energia i due terreni su cui far partire una proficua cooperazione tra Stati Uniti e Cina, tentando di aprire una nuova era nei rapporti, mai così difficili da decenni. I punti di scontro tuttavia sono molti, e i nodi quanto mai irrisolti. Come riferisce il Washington Post, citando fonti dell'amministrazione Biden, gli Stati Uniti sarebbero pronti ad annunciare il boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi invernali che si svolgeranno a Pechino il prossimo febbraio in segno di protesta per la violazione dei diritti umani da parte del governo cinese nello Xinjiang, in Tibet e ad Hong Kong. Nessuna decisione sarebbe stata ancora tecnicamente formalizzata (e durante il bilaterale non se ne è parlato), ma sulla scrivania dello Studio Ovale sarebbe approdata una raccomandazione che dovrebbe essere approvata dal presidente americano entro la fine di novembre, secondo cui né lui né altri esponenti del suo governo saranno presenti ai Giochi. Decisione che non avrà però alcun impatto sulla partecipazione degli atleti. Nel corso del colloquio l'inquilino della Casa Bianca si è detto molto preoccupato per la violazione dei diritti umani nello Xinjiang, in Tibet e a Hong Kong, quindi ha richiamato il Dragone a rispettare le regole sul fronte economico e commerciale, parlando di pratiche inique» che danneggiano le imprese e i lavoratori americani. Ma il confronto tra i due leader ha assunto toni minacciosi soprattutto sulla questione di Taiwan. Il Comandante in Capo ha messo ha messo in guardia il presidente cinese da «azioni unilaterali che cambino lo status quo e minino la pace e la stabilità nella regione». Parole a cui Xi ha risposto inviando un messaggio inequivocabile: coloro che cercano l'indipendenza di Taiwan e i loro sostenitori negli Usa «stanno giocando col fuoco». «La Cina è paziente e cerca la riunificazione pacifica con grande sincerità e impegno, ma se i secessionisti di Taiwan provocano, o addirittura superano la linea rossa, dovremo adottare misure decisive», ha avvertito. E a poche ore dall'incontro virtuale, il gigante asiatico ha effettuato un'incursione nello spazio aereo di difesa dell'isola con 8 jet militari. A riferirlo è stato il ministero della Difesa di Taipei, precisando di aver fatto decollare i propri caccia e di aver lanciato avvertimenti radio. D'altronde, Pechino ha promesso di portare l'isola sotto il controllo cinese se necessario con la forza, e negli ultimi mesi le tensioni nello stretto sono aumentate.
Il vertice virtuale tra Biden e Xi non ha insomma portato a passi avanti sostanziali: «Non credo che lo scopo fosse quello di allentare le tensioni. Vogliamo assicurarci che la competizione sia gestita in modo responsabile», ha riferito un alto funzionario dell'amministrazione Usa.
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