Forza Italia come «un grande cantiere», in grado di attrarre gli italiani catturati dall'astensionismo e i moderati che hanno votato Pd ma ora sono spaventati dalla svolta radicale della Schlein. Antonio Tajani debutta come nuovo segretario azzurro e lo fa all'attacco.
Nella sua prima uscita, a Tolfa, si rivolge ai cento giovani dell'evento «Anuman, la Foresta delle Idee», organizzato dal deputato azzurro Alessandro Battilocchio.
Il nuovo corso del partito fondato da Silvio Berlusconi parte in mezzo agli under 25, che ancora hanno voglia di far politica, di confrontarsi su crisi economica ed energetica, giustizia e ambiente. «Tanti ragazzi con nuove idee e proposte. Con loro per uno sguardo al futuro!», scrive il vicepremier e ministro degli Esteri sui social, postando le foto dopo aver aperto i lavori al Convento dei Cappuccini. Con lui ci sono il capogruppo alla Camera Paolo Barelli, il coordinatore dei giovani di Fi Stefano Benigni (molto vicino a Marta Fascina), il deputato Francesco Battistoni.
Tajani, dunque, dice che la sfida per Fi sarà diventare un punto di riferimento anche per «quegli italiani che non sono più andati a votare, per tornare a farli sentire protagonisti della cosa pubblica». E per quelli che si sentono orfani del centro. «Con un Pd che si spinge sempre più a sinistra, tanti elettori democristiani che votavano a sinistra, si trovano un partito copia del M5S, si trovano a disagio. A questi elettori dobbiamo dire e dimostrare che c'è un grande cantiere che stiamo costruendo sulle basi solide di Fi, per aprire le nostre porte e coinvolgerli. A questa gente dobbiamo dimostrare di essere coloro in cui avere fiducia. Soltanto così potremo diventare la pietra angolare del sistema politico italiano».
La missione è importante, perché far crescere il partito è fondamentale anche per definire la coalizione di governo. Senza Fi, infatti, non ci sarebbe un centrodestra. Tajani ricorda l'anniversario della Democrazia cristiana, per spiegare quale pietra dev'essere quella azzurra: «Nulla si può rifondare, però quel ruolo manca. Noi dobbiamo essere la pietra su cui poggia il sistema politico italiano, una pietra con valori e fondamenta. Fortemente alternativa a quel tipo di sinistra ed essenza del centrodestra. Senza quella pietra non esisterebbe il centrodestra, esisterebbe soltanto la destra o l'estrema destra. Questo è il ruolo politico che dobbiamo svolgere da qui alle prossime elezioni europee». Tajani è carico, emozionato del suo nuovo compito di leader. «Sono fiero - dice- di essere parte di questa famiglia, quando vedo una classe dirigente, come quella che abbiamo noi, che è in grado di affrontare i momenti più difficili». In questo momento, vuole fare di tutto per evitare divisioni nel partito: «Non siamo qui a discutere di chi è amico di chi, di chi è andato a cena con chi. Siamo qui per discutere di idee, di grandi questioni che interessano il Paese e l'Europa. Una forza politica deve avere idee e poi uomini e donne che fanno camminare le idee per raccogliere consenso. Guai se fossimo qui per organizzare correnti e correntine, che hanno sempre distrutto le forze politiche. Siamo qui per costruire con valori e idee un progetto che è nato trent'anni fa».
Nel concreto, un'idea in particolare Tajani la dà: più che il salario minimo, ci vuole «il salario ricco». E per arrivarci bisogna abbassare le tasse sul lavoro, non è sufficiente quello del cuneo fiscale e servono grandi riforme «per far crescere di più l'Italia».
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