Tajani va al contrattacco: "Via della Seta? Un flop. L'Ue ora deve cambiare"

Il leader Fi: "Bruxelles non è Parigi+Berlino. Cedere Mps. Tassa sulle banche una tantum"

Tajani va al contrattacco: "Via della Seta? Un flop. L'Ue ora deve cambiare"
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La partecipazione italiana alla Belt and Road, la «Via della Seta» economica cinese, potrebbe essere arrivata al capolinea. «Se andiamo ad analizzarla, non ha portato i risultati che ci attendevamo» sul fronte dell'export, ha osservato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Forum Ambrosetti di Cernobbio, assicurando tuttavia che più che una fine l'addio all'intesa sarà l'occasione di un nuovo inizio nei rapporti. «Vogliamo continuare a lavorare intensamente» con Pechino sia sul fronte economico che politico, ben sapendo che la Cina rappresenta insieme un partner ineludibile per l'Italia e l'Europa «ma anche un concorrente, un rivale sistemico», ha spiegato alla vigilia del suo prossimo viaggio verso l'Estremo Oriente.

Il leader di Forza Italia si è espresso anche sulle riforme necessarie all'Unione europea. «Non credo a una Ue a trazione di due o tre Paesi, serve una partecipazione complessiva», ha ribadito denunciando l'inadeguatezza dell'asse franco-tedesco rispetto alle sfide attuali. «L'Europa per contare deve avere una forza economica e non solo commerciale: non deve essere solo un grande mercato ma deve avere la capacità di competere a livello industriale», ha proseguito argomentando che «serve una vera politica industriale che punti a un sistema di concorrenza globale» che «le regole europee rischiano di soffocare».

Tajani ha poi chiarito alcune questioni relative alla stesura della prossima legge di Bilancio. «C'è una situazione parziale di riduzione del Pil, che non va drammatizzata», ha premesso evidenziando che «la situazione dell'industria tedesca provoca ripercussioni anche nel nostro Paese» così come l'aumento dei tassi deciso dalla Bce. Ecco perché, in vista della manovra, occorre risorse per conseguire obiettivi come la conferma del taglio del cuneo fiscale e la detassazione parziale delle retribuzioni. Di qui la scelta di mettere sul tavolo il tema delle privatizzazioni.

«È una discussione che si deve fare», ha detto spiegando che «si potrebbe accelerare sulla vendita della quota di Mps» o che si possono anche dismettere alcuni immobili pubblici o si possono recuperare quelli inutilizzati sgravando lo Stato da alcuni canoni di affitto. Chiosa sulla tassa sugli extraprofitti bancari: deve essere un una tantum per non penalizzare la tutela dei risparmi.

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