Si potrebbe dire: «tanto tuonò che piovve». Da giorni i rappresentanti di Usb e Cobas dicevano che la precettazione del ministro Salvini sarebbe stata annullata dal Tribunale amministrativo. E così è stato. Il Tar del Lazio, ha infatti accolto la richiesta dei sindacati di sospendere l'ordinanza di precettazione con la quale il responsabile dei Trasporti voleva ridurre a sole quattro ore la serrata dei lavoratori del trasporto pubblico locale.
«Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani - è il commento del vicepremier -. Per l'ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio». In precedenza il ministro aveva sostenuto che «la normativa sullo sciopero va rivista e ridiscussa, ma tutti insieme, con i sindacati», perché sono «in primis loro a rendersi conto che se c'è uno sciopero al giorno sono giornate di lavoro in meno per i lavoratori». Le opposizioni attaccano. «Ancora una volta, Salvini prova a ridurre i diritti dei lavoratori, usando la leva della propaganda - commenta Angelo Boneli di Avs -. Mi chiedo: chi precetta Salvini, responsabile del collasso del Paese, a partire da quello ferroviario?».
Il caso era esploso martedì quando il ministro dei Trasporti aveva adottato la precettazione con il sindacato Usb, che aveva indetto lo sciopero di oggi. Uno sciopero di 24 ore per tutti i settori del lavoro pubblico e in particolare i trasporti. Una mossa che aveva generato la dura reazione del sindacato di base, che aveva fatto sapere di non avere intenzione di adeguarsi.
Lo sciopero, spiega Francesco Staccioli dell'esecutivo nazionale di Usb, «è stato regolarmente indetto in base alla normativa più stringente in Europa, abbiamo rispettato tutti i vincoli. D'altronde abbiamo adeguato lo sciopero ai rilievi della commissione di garanzia e non abbiamo ricevuto ulteriori indicazioni. Il garante ha quindi giudicato lo sciopero regolare, punto».
Anche sull'annunciato caos, previsto da Salvini, i sindacalisti hanno qualcosa da ridire. «Non ci sarà il caos. Ci sarà lo sciopero generale di 24 ore, di tutte le categorie - commenta Guido Lutrario, sempre dell'esecutivo nazionale Usb -. L'intervento illegittimo del ministro Salvini ha centrato l'attenzione sul Tpl ma a scioperare saranno tutti i settori, visti i migliaia di licenziamenti all'orizzonte, l'assenza di politiche industriali e la questione salariale».
Di fatto, rispetto alla precettazione del 29 novembre per Cgil e Uil, nel caso dello sciopero di oggi non c'è stato alcun rilievo da parte della Commissione di garanzia sugli scioperi, né sul cumulo di scioperi nello stesso giorno né sulla violazione della norma che regola la «rarefazione» (ovvero la distanza prescritta dalla legge tra gli scioperi nei pubblici servizi). La decisione della Commissione di garanzia non era sembrata sufficiente per Salvini in un periodo come quello delle feste invernali. «Inammissibile a 10 giorni dal Natale» aveva tuonato il ministro al momento di firmare la precettazione consentendo uno stop di quattro ore in modo da «garantire a chi vuole scioperare il diritto di sciopero» senza «bloccare l'Italia intera a 10 giorni dal Natale».
Concetti sui quali e tornato ieri, durante la presentazione del nuovo piano industriale di Fs, in cui ha ribadito di volere «rivedere e ridiscutere le norme sugli scioperi». «Non penso che sia utile andare avanti di scontro in scontro, di precettazione in precettazione - ha aggiunto -. Se qualcuno vuole bloccare l'Italia nel penultimo week di Natale, ritengo mio dovere intervenire».
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