Tav, Di Maio contro Salvini: "Non spingere dove non c'è accordo"

Tensione alle stelle nel governo. Salvini prova a stemperare: "Non litigo con nessuno, ma le opere vanno fatte". Ma Di Maio chiude: "Ridimensionare l'opera? È una supercazzola"

Tav, Di Maio contro Salvini: "Non spingere dove non c'è accordo"

Lo scontro sulla Tav non accenna di diminuire di intensità. E, in un fine settimana davvero infuocato, continuano le stoccate a distanza tra Matteo Salvini e i vertici del Movimento 5 Stelle. "Non litigo con nessuno. Se qualcuno ha scavato 25 chilometri di galleria sotto la montagna è più utile finirla quella galleria, o lasciarla lì com'è? Non serve la laurea al Politcenico per intuire cosa sia meglio fare", prova a tagliar corto il leader leghista convinto che, alla fine, coi pentastellarti si possa trovare la quadra. Ma non è così. E, dopo lo sproloquio di Alessandro Di Battista ("Se la Lega intende andare avanti su un buco inutile, tornasse da Berlusconi e non rompesse i coglioni, chiaro?"), è Luigi Di Maio a gettare benzina sul fuoco ribadendo che l'alta velocità Torino-Lione non si farà. "E non consiglio di spingere su temi dove non siamo d'accordo...".

Il governo gilloverde scricchiola ancora sotto il peso dell'alta velocità. Questa volta sono i grillini ad alzare i toni e Salvini a vestire l'abito del mediatore. "Se portarla a termine o no si deciderà - li mette in guardia il premier Giuseppe Conte - dopo l'analisi costi-benefici". Dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, però, trapelano i primi dati: un saldo fortemente negativo a carico della prosecuzione dell'opera. Niente di nuovo visto che la commissione formata da Danilo Toninelli è in larga misura composta da tecnici contrari alla Tav. "Un conto sono le parole, un conto sono i fatti", prova a rassicurare il vicepremier leghista in una intervista al Messaggero promettendo di trovare un accordo con l'alleato. La sua idea è di andare a risparmiare un miliardo di euro modificando il progetto iniziale, proprio come scritto nel contratto di governo (video). "Non solo si va avanti con la Tav - spiega - ma in una fase di rallentamento generale dell'economia, dalla Cina alla Germania, dobbiamo rilanciare con un grande piano di opere pubbliche, in cui rientra anche l'apertura e lo sviluppo di 400 progetti che vanno da Nord a Sud".

Di Maio non vuole neanche discuterne. "Finché il Movimento 5 Stelle è al governo - giura - non si scava neanche un centimetro". Come già ieri, i toni usati da Di Maio oggi sono violenti e ultimativi. Non sembra affatto disposto a dialogare con l'alleato leghista. Non solo boccia il tema del ridimensionamento dell'opera ("È una supercazzola"), ma invita addirittura Salvini a non spingersi oltre (video). "Per me valgono le priorità - avverte - in questo governo ce lo siamo detti chiaramente, dall'inizio che ci sono cose su cui siamo d'accordo e altre su cui non siamo d'accordo". Da qui il consiglio-minaccia di lavorare su quello su cui sono d'accordo.

"Altrimenti devo convincermi che si spinge su cose su cui non siamo d'accordo per creare tensioni nel governo? Io non lo consiglio - conclude il capo politico del M5S - io consiglierei di spingere sulle cose che sono prioritarie per gli italiani".

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