Telefonata Biden-Johnson: "Ora altre armi". Kiev rifiuta la visita del presidente tedesco

I leader americano e inglese d'accordo: equipaggiamento e aiuti. Ma Zelensky dice no a Steinmeier: nel suo passato troppe aperture a Putin

Telefonata Biden-Johnson: "Ora altre armi". Kiev rifiuta la visita del presidente tedesco

Armonia e sintonia. Joe Biden e Boris Johnson hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale «hanno parlato della recente visita in Ucraina del premier britannico». I due leader «hanno affermato il loro impegno a continuare a migliorare l'assistenza militare e umanitaria all'Ucraina di fronte alle continue atrocità commesse dalla Russia». Hanno anche apprezzato la cooperazione in corso con alleati e partner «per imporre costi severi alla Russia per la guerra non provocata e ingiustificata». I leader hanno affermato il «loro impegno a continuare a fornire sicurezza e assistenza umanitaria all'Ucraina di fronte alle continue atrocità da parte della Russia». Il presidente americano e il premier britannico hanno inoltre sottolineato l'importanza della «cooperazione in corso tra alleati per imporre gravi costi alla Russia per la sua guerra non provocata e ingiustificata». Mentre Biden è poi tornato ad accusare pesantemente Putin, accusandolo di «genocidio» in un'occasione pubblica, un po' meno liscio è andato l'incontro virtuale tra India e Stati Uniti. Il presidente Usa ha ostentato un tono ottimista, ma non c'è stato un reale avvicinamento rispetto alla posizione di neutralità decisa dall'India. Un alto rappresentante della Casa Bianca ha definito il colloquio «caloroso» e «franco», un aggettivo che nel linguaggio diplomatico indica la presenza di una certa tensione. «L'India prende le proprie decisioni» è stata la risposta a chi chiedeva come Biden valutasse il fatto che l'India continui ad acquistare gas dalla Russia e non abbia votato per la sospensione di Mosca dal Consiglio Onu per i diritti umani. Ma la portavoce della Casa Bianca ha aggiunto che il presiedente Usa ha fatto presente che «non è nel loro interesse» aumentare l'import. «Il presidente ha detto che siamo qui per aiutarli a diversificare i loro mezzi per importare petrolio. Nelle scorse settimane, a New Delhi, è arrivato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il governo, al termine della visita, ha confermato che continuerà ad acquistare petrolio dalla Russia nonostante le sanzioni. Più di recente, il vice consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Daleep Singh, ha visitato l'India e ha incoraggiato il paese a «diversificare» il suo portafoglio energetico per ridurre la sua dipendenza dal petrolio russo.

«Noi - ha spiegato la Casa Bianca - siamo in grado di bloccare le importazioni di gas, petrolio e carbone dalla Russia, ma gli altri Paesi fanno le loro scelte». Intanto sul fronte della guerra, Biden ha intenzione di nominare due nuovi generali, uno come comandante supremo delle forze alleate in Europa, e il secondo come comandante delle operazioni speciali degli Stati Uniti nel mondo, segnando la più grande modifica alla leadership militare della Nato da quando la Russia ha invaso l'Ucraina. Il generale dell'esercito americano in Europa, Christopher Cavoli, dovrebbe andare alla guida di tutte le forze statunitensi e dell'Alleanza nel continente. Nato da un ufficiale dell'esercito italo-americano durante la Guerra Fredda a Würzburg, nell'allora Germania dell'ovest, Cavoli è cresciuto a Roma, Verona, Vicenza e Giessen. Da quest'estate dovrebbe sostituire il generale Tod Wolters, il cui mandato è stato esteso per guidare la risposta degli alleati e il dispiegamento di armi e attrezzature nella regione dopo l'invasione. Il tenente generale dell'esercito Bryan Fenton, invece, dovrebbe assumere il comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti in tutto il mondo.

Da Kiev intanto arriva un sonoro schiaffo diplomatico. Il presidente tedesco Steinmeier ha affermato di aver proposto una visita a Kiev, che «non la ha voluta». «Ero pronto a farlo ma a quanto pare, e devo prenderne atto, non è stato voluto da Kiev».

Motivo del rifiuto della visita sarebbero le posizioni di apertura verso la Russia che Steinmeier ha avuto per molti anni. Proprio ieri Steinmeier ha tuttavia ripetuto parole di forte e dura condanna verso Mosca e Vladimir Putin.

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