Tensione e violenze. Da Milano a Napoli il popolo "No Pass" sceglie la piazza

Migliaia di persone in strada a protestare contro la "dittatura sanitaria" e le imposizioni del governo. Giornalisti nel mirino nel sit-in sotto la Madonnina. Alcuni dirigenti di Forza Italia aggrediti a Pescara.

Tensione e violenze. Da Milano a Napoli il popolo "No Pass" sceglie la piazza

Qualche migliaio di persone in 80 piazze italiane. Manifestazioni di protesta sfociate in molti casi in cortei non autorizzati per le vie delle città. Con Forza Nuova e Casapound voce di molti megafoni e alla testa di diversi serpentoni. Cori e slogan contro il green pass «liberticida», insulti contro il premier Draghi, contro il commissario straordinario Figliuolo. Tanta rabbia contro i giornalisti. «Libertà, libertà», «No green pass, no vaccino», «No ricatti». E ancora: «Vergogna, il governo fa terrorismo». I ritornelli vengono urlati con forza nelle piazze di Milano e Roma, ma la «ribellione» unitaria contro le restrizioni imposte dal passaporto vaccinale - obbligatorio dal 6 agosto per viaggi, ristoranti, sport e luoghi al chiuso - che era stata indetta attraverso un canale Telegram dal movimento che si fa chiamare «Basta dittatura», ha toccato anche Torino, Napoli, Firenze, Bari e i centri più piccoli. «Il diritto alla manifestazione è sancito dalla Costituzione: io sono per la libertà di pensiero, parola e manifestazione, quindi fanno bene a portare alte le loro voci», dice il leader della Lega, Matteo Salvini.

Manifestanti per lo più senza mascherina, dichiaratamente non vaccinati perché No Vax. Megafoni e striscioni. Tanti insulti ai cronisti: «Venduti, terroristi», è il refrain. Colpevoli, secondo il fronte anti green pass, di un'informazione distorta sui vaccini. «Assassini, assassini, assassini», gridano da piazza del Popolo a Roma i 1.500 manifestanti, in un coro di contestazioni contro il premier Mario Draghi e contro il ministro della Salute, Roberto Speranza, che sono raffigurati in alcune magliette dietro le sbarre. Qualche attimo di disordine con l'intervento dei mezzi blindati per contenere i manifestanti. In piazza anche qui l'estrema destra di Forza Nuova - che ha guidato il corteo in direzione sede della Rai in piazza Mazzini - e Casapound: «Partecipiamo a queste manifestazioni da cittadini, senza i nostri simboli. Spero siano proteste di popolo e che non vengano strumentalizzate», precisano da Casapound.

Dai megafoni si sentono frasi come questa: «La campagna vaccinale è l'ennesimo modo dello Stato di lavarsi la coscienza: continuano ad attribuire la colpa della crisi sanitaria e di quella sociale alle scelte degli individui». Città diverse, stessi striscioni: «Uniti per la libertà di scelta contro ogni discriminazione». «No alla segregazione vaccinale». A Milano in piazza Duomo si vedono stelle di David e green pass paragonati a svastiche: su molti cartelli esibiti dai manifestanti c'è l'analogia con la discriminazione razziale: «Non vaccinati = ebrei». Stessa regia a Genova, mille persone e tanta simbologia evocativa degli anni più bui. Tensione con i giornalisit.

A Napoli cori soprattutto contro il premier e in favore delle libertà di scelta. Un migliaio di persone in piazza anche a Brescia. Tremila a Torino. Anche qui i movimenti dell'estrema destra - ma anche alcuni esponenti dei centri sociali - che hanno diretto il corteo verso la sede locale della Rai. Un centinaio le persone a Pescara, dove il presidio si è trasformato in un corteo non autorizzato per le vie del centro. E dove esponenti locali di Forza Italia che erano in piazza per raccogliere le firme per i referendum sulla giustizia sono stati aggrediti non solo verbalmente nel loro gazebo.

Necessario l'intervento delle forze dell'ordine: «Solidarietà e vicinanza ai dirigenti e militanti di Fi aggrediti da un gruppo di no vax - scrive il ministro Mariastella Gelmini - Le manifestazioni sono consentite, la violenza e le intemperanze no. Ribadiamo con forza le nostre convinzioni: sì al green pass, strumento di libertà».

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