Nel blitz antidroga che si è concluso con l'arresto di due spacciatori, i condomini dalle finestre battevano le mani. È l'evento del giorno a Terni, quella che fu la Stalingrado rossa dell'Umbria, alla vigilia di uno dei ballottaggi più significativi di domani, e non solo perché la città, con i suoi oltre centodiecimila abitanti, è tra le più popolose contese al voto amministrativo. Pisa, per dire un luogo che evoca cose grandi, tra Torre, Miracoli e la più classica delle sfide tra centrodestra e centrosinistra, festeggia l'aver sforato il tetto dei 91mila abitanti, e Siena, con il Palio, il Monte dei Paschi e gli appalti milionari, di anime ne conta poco più di 50mila. Ma si sa che in politica non è solo questione di numeri.
Non è solo per la quantità di voti in ballo se Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dell'Interno impegnato su mille fronti, ha deciso di andare ben due volte a tenere un comizio a Terni in vista del voto. Terni è una delle quattro grandi città (sopra i cinquantamila abitanti) in cui la coalizione del centrodestra classico sfiderà il Movimento 5Stelle: Leonardo Latini (Fi, Lega, Fdi con Giorgia Meloni, lista civica Terni civica e Il popolo della famiglia) contro il grillino Thomas De Luca.
Così la città della Società degli Altiforni, nome storico dell'Acciaieria nata nel 1884 per la sfida dell'ammiraglio Benedetto Brin e dell'industriale Vincenzo Breda, è diventata un po' il simbolo di questa battaglia tra alleati di governo, Lega e 5Stelle. A vincere o perdere alla fine sarà il centrodestra trainato dalla Lega di Salvini che, al momento, almeno in base ai sondaggi, spinge l'alleanza a cui l'Italia, tra alti e bassi, si è abituata negli ultimi venti anni.
L'ultimo arrivo di Salvini nella città rossa e commissariata che il 10 giugno ha espulso il candidato del centrosinistra già al primo turno è stato giovedì scorso, tra selfie, coretti e bagni di folla. Non si esagera nel dire che per il leader della Lega e per il centrodestra la roccaforte dell'Umbria conti più delle già scontate, e pronte a cadere, Stalingrado lombarde: dopo Sesto San Giovanni, domani potrebbe toccare a Cinisello Balsamo fare il salto da sinistra al centrodestra. Così anche a Sondrio, di centrosinistra da quattro mandati.
E poi ci sono queste quattro città in cui la sfida è per così dire più nuova, tra centrodestra e 5Stelle. Terni le rappresenta, al centro del Centro, ma c'è anche Pomezia (oltre 6omila abitanti), dove spifferi e sussurri dicono che attendesse con ansia l'esito delle elezioni il costruttore Luca Parnasi, finito nei guai per lo stadio di Roma a 5Stelle.
Ci sono le alleanze anomale della Sicilia, di Ragusa dove i grillini non sono riusciti a sfondare al primo turno, e di Acireale, città alle porte di Catania dove al primo turno centrodestra e Lega hanno corso divisi. Ora però c'è il ballottaggio: Lega da una parte e 5stelle dall'altra.
Anche nella più piccola Assemini, in terra sarda, la sfida è tra centrodestra e 5stelle. È arrivato a far campagna il ministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio, uno dei big leghisti: «Qui avete buon cibo, mica würstel e crauti...». Quando il gioco si fa di governo, i ministri cominciano a giocare.
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