I toscani per il momento tirano il fiato. Ma se la sono vista brutta tra giovedì notte e ieri pomeriggio quando hanno avvertito, in rapida progressione, ben 130 scosse di terremoto, di cui una di magnitudo 4.1.
Gli esperti lo chiamano sciame sismico ma è snervante, incessante e non si sa quando finirà o se prelude ad una scossa più forte. Nessuno può ipotizzarlo e nessuno si azzarderà a fare previsioni che possano essere smentite dalla natura. Certo è che uno sciame può durare anche settimane o mesi. Quello in atto in Toscana, è stato scatenato da un movimento laterale della faglia orientato da Nord-Est a Sud-Ovest, in modo simile a quanto avviene nei terremoti dell'Appennino. Ha avuto il suo epicentro nelle colline del Chianti aura del terremoto, nell'area compresa fra Greve in Chianti e San Casciano in Val di Pesa ma una forte scossa è stata avvertita nel pomeriggio anche nel Pistoiese e Siena.
Anche a Firenze gli abitanti hanno tremato e si è scatenato il panico collettivo. I cittadini hanno tempestato di telefonate i vigili del fuoco. Diverse persone nel capoluogo toscano hanno abbandonato gli edifici per scendere in strada. È stato evacuato anche il Palazzo di Giustizia di Firenze e l'Ufficio delle Entrate, mentre in molte scuole del senese e della provincia di Firenze i ragazzi sono stati fatti uscire dalle scuole. Non ci sono stati né feriti né danni, solo la paura è stato un sentimento condiviso da migliaia di persone. Firenze, del resto, deve risalire al 1865 per contare i danni di un serio terremoto dalla magnitudo stimata tra il 7 e l'8. Allora non ci furono grandi distruzioni, ma rimasero più o meno danneggiati quasi tutti i monumenti, le chiese e i palazzi storici, e anche molte opere d'arte in essi conservate: piccoli crolli interessarono Palazzo Pitti e la Galleria degli Uffizi, lesioni rilevanti si aprirono nel Palazzo Medici Riccardi, nel Palazzo Strozzi.
Gli edifici antichi sono rimasti gli stessi ma non posso vantare dei rinforzi antisismici che possano metterli al riparo da scosse più violente. Un pericolo che allarma l'architetto Fernando De Simone di Padova, uno dei più noti esperti italiani di costruzioni sotterranee. Secondo il tecnico «sia gli Uffizi che l'Accademia non hanno una vera struttura antisismica e c'è un pericolo reale che il David di Michelangelo possa crollare in caso di terremoto» perchè, sostiene «alla Galleria dell'Accademia non sono stati presi accorgimenti per evitare che le scosse telluriche facciano crollare il soffitto (cupolino) sulla statua del David».
Da qui la proposta al Comune e alla Regione: realizzare un nuovo museo antisismico, dove trasferire tutte le opere d'arte di incommensurabile valore per la cultura universale.
Ma è proprio necessario un tale trasferimento? Il sismologo Claudio Eva distingue. «Per rendere sicuro un museo antico basterebbe rinforzare le strutture murarie. Ma fino a 4-5 magnitudo qualsiasi edificio pluricentenario resiste bene alle scosse, così come le costruzioni in pietra. Diverso discorso si deve fare per le opere d'arte. Studi fatti da ricercatori e architetti hanno appurato che anche piccoli terremoti di 4-5 magnitudo possono portare a lesioni ad affreschi e mosaici, e i quadri nei musei, appesi male, possono cadere».
Dunque il rischio di gravi danni esiste anche se, per il momento, il pericolo è stato evitato. Il Soprintendente ad interim del Polo museale fiorentino, Alessandra Marino, ha spiegato che negli istituti museali afferenti al Polo «non sono stati per il momento segnalati danni macroscopici visibili o immediatamente percepibili». Ma, fa sapere, prosegue «la ricognizione accurata e di dettaglio per verificare la presenza di eventuali danni non prontamente riscontrabili».
Claudio Eva incalza però i responsabili deli beni culturali e avverte: «Troppo spesso trascuriamo certi aspetti come quello dei musei e delle opere d'arte che invece vanno studiati con la dovuta attenzione. Tutti gli edifici andrebbero rinforzati dal punto di vista sismico. Senza rinvii».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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