Appuntamento al Csm. È quello che voleva Luca Palamara, l'ex leader Anm che con le sue rivelazioni contenute nel libro Il Sistema di Alessandro Sallusti potrebbe riscrivere la storia giudiziaria degli ultimi anni. «Quello che ho raccontato è basato alla mia esperienza diretta, credo che il luogo più appropriato per discutere i fatti e vicende raccontate sia il Csm, la prima commissione. Mi metto a disposizione per raccontare fatti e vicende», aveva detto l'ex pm a 24 mattino su Radio24. «Quasi quotidianamente oggi l'attività del Consiglio su nomine, valutazioni di professionalità è basata sull'interpretazione delle mie chat. Tanto vale chiamarmi, anche in un pubblico confronto con chi ritiene che io non abbia detto la verità, il Csm la sede istituzionale più competente per fare questo», ha spiegato Palamara, allontanato dalla magistratura in attesa del processo che lo aspetta a Perugia. «Giusto sentirlo», è la replica di Alessio Lanzi, membro laico di Forza Italia e vicepresidente della prima commissione del Csm, la stessa a cui vorrebbe parlare Palamara e che in questi giorni sta passando al setaccio una serie di pratiche aperte sulle chat estratte dal cellulare dell'ex leader Anm trasmesse a Palazzo dei Marescialli. «Noi ci stiamo occupando dei rapporti di Palamara e altri magistrati. La proposta potrebbe essere accolta - spiega ancora Lanzi - perché in effetti ci occupiamo dell'interlocuzione tra un magistrato, per il quale si valuta se avviare o meno un procedimento, e Palamara. Nei poteri della commissione potrebbe esserci anche quello di sentirlo direttamente. Può essere utile per capire il contesto e il tenore delle cose che si sono detti e che risultano dalle trascrizioni».
Intervenendo al Tgr Calabria l'ex toga di origini calabresi ha parlato di Luigi de Magistris e Nicola Gratteri. Sul primo si dice convinto che il suo allontanamento fu deciso anche dall'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, come ha confermato ieri al Giornale lo stesso sindaco di Napoli: «Settori importanti della sinistra hanno fatto di tutto per delegittimare De Magistris ma le nostre posizioni erano condivise con il Quirinale. Per la prima volta nella storia dell'Anm - ha aggiunto - rompemmo il tabù di non difendere uno dei nostri. Fu la prima volta, riguardò solo De Magistris. Una disparità di trattamento che dopo mi ha fatto riflettere».
Anche Gratteri non è apprezzato dalle toghe «rosse». «Basta prendere l'ultimo documento di pochi giorni fa di Magistratura democratica per capire che Gratteri non è benvoluto dalla parte che conta della magistratura. Ho sempre apprezzato, al di là del merito delle inchieste, comunque il suo coraggio». La mancata nomina a ministro della Giustizia? La Procura di Roma aveva timore che potesse diventare Guardasigilli».
Accuse pesanti, per cui Palamara potrebbe non essere l'unico a cui il Csm è interessato: «Io ero uno degli elementi del sistema, non mi sottraggo. Spero facciano così anche altri», sottolinea infatti lo stesso ex pm romano, che chiama in correità «i magistrati che hanno l'obbligo della verità, soprattutto quelli che siedono al Csm. Nessuna querela può intimidirmi: chiamatemi in prima commissione - ha ribadito - luogo deputato a valutare questi fatti, dubbi e perplessità in quella sede troveranno risposte».
La prima querela è quella avanzata dal pm romano Paolo Ielo, probabile che nei prossimi giorni ne arrivino altre: «Se si dovessero verificare, sarà l'occasione per chiarire pubblicamente di fronte a un giudice il mio racconto, anzi contribuisce a un'operazione di verità e chiarezza che ho sentito il dovere di fare», ribadisce ancora l'ex pm.
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