Terzo mandato, Fedriga attacca gli azzurri. "In Piemonte l'hanno votato, ma ora no..."

Anche nel M5s si discute per limare il tetto alle candidature

Terzo mandato, Fedriga attacca gli azzurri. "In Piemonte l'hanno votato, ma ora no..."
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M5s, centrodestra e progressisti. Tutti a discutere di terzo mandato. I pentastellati sono pronti all'addio, anche se non totale, alla storica regola. Nel frattempo, il dibattito sul terzo giro per i governatori apre faglie nelle coalizioni. La stilettata della Lega stavolta è firmata dal presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga (nella foto). «È evidente», che ci sono sensibilità diverse all'interno del centrodestra, spiega il governatore leghista da Trieste. «Mi auguro si possa trovare una sintesi, perché c'è stata una proposta di un partito di maggioranza, che è la Lega, che non si può liquidare con non siamo d'accordo, arrivederci e grazie», è la puntualizzazione. Quindi l'attacco al presidente del Piemonte Alberto Cirio, di Forza Italia. «Alcuni partiti che oggi si esprimono contro il terzo mandato un anno e due mesi fa hanno fatto votare a tutte le forze di centrodestra il terzo mandato per un loro governatore, sto parlando del Piemonte», dice Fedriga.

Mentre in mattinata, in un'intervista a Il Messaggero, era arrivata la versione di Antonio Tajani. «È necessario avere un ricambio in un incarico che concentra, nella Regione, più potere di quanto ne abbiano a livello nazionale, il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Lo stesso Zaia, del resto, è sempre stato contrario al terzo mandato», il commento del leader di Forza Italia.

Sabato, invece, c'erano stati i distinguo a sinistra. A fare da controcanto il sindaco di Milano Beppe Sale, che ha bollato come «antistorica» la posizione del Pd contro il terzo mandato. «Forse una riflessione su questo va fatta», ha detto Lorenzo Guerini. A livello interno al partito, anche il M5s di Giuseppe Conte si prepara alla svolta dell'addio alla regola del tetto ai due mandati. L'appuntamento è per oggi, con una riunione del consiglio nazionale che potrebbe sciogliere il nodo del superamento del tetto. «Non diventeremo come gli altri partiti», dicono dallo stato maggiore ex grillino. Tradotto: non ci sarà un superamento totale della regola dei due mandati. Dunque, non sarà scontato né immediato il ritorno in Parlamento dei vari pezzi da novanta del passato, come Roberto Fico, Alfonso Bonafede, Paola Taverna, Vito Crimi. L'ipotesi più accreditata potrebbe essere un terzo mandato sì, ma da concedere soltanto in un'istituzione diversa. E quindi, chi è stato deputato o senatore per due legislature, potrà candidarsi solo in Europarlamento, nelle regioni o nei comuni.

L'unica speranza per chi vuole rientrare, un punto su cui ancora si sta trattando, è la possibilità di concedere delle deroghe ben specifiche. Di fatto è una limitazione delle ambizioni dei big del passato, che erano ansiosi di tornare nel Palazzo.

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