Un Terzo polo senza idee pensa ai posti

​Non hanno voluto deluderci, e finire qui la serie, così hanno deciso di regalarci nuove stagioni, almeno per un anno

Un Terzo polo senza idee pensa ai posti
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Non hanno voluto deluderci, e finire qui la serie, così hanno deciso di regalarci nuove stagioni, almeno per un anno. Non siamo nella pagina degli spettacoli, o forse sì, perché la serie in questione, anziché essere trasmessa da Netflix, si dipana sui social e nei talk show, ed è quella del Terzo polo, parlandone da vivo. Un vivo però, o almeno pare, rinato, anche se i Vangeli non ci informano quanto abbia continuato a stare su questa terra Lazzaro dopo l'intervento di Gesù, e qui la parte del Salvatore assuma le fattezze della dura leggi dei numeri. Quelli dello sbarramento al proporzionale alle Europee, che avrebbe impedito (o impedirebbe, chi lo sa?) quasi certamente ad Azione e sicuramente a Italia viva di conquistare seggi il prossimo anno, andando divise. Questa appeasement di interesse dimostra che, tutto sommato, più dei narcisismi, possono ancora, in politica, le bossiane cadreghe, con ciò che portano con sé, in termini di finanze. Perciò non staremo a recitare la parte dei moralisti e delle anime belle: la politica, prima di essere idealità, è soprattutto risorse, uomini, voti. E il mancato quorum avrebbe significato la fine quasi immediata di Azione e di Iv. Diversa è però la valutazione sulla riuscita del progetto ambizioso terzopolista. Esso pare, se non già fallito, in grave difficoltà. Sul piano elettorale, né i sondaggi né i voti mostrano una capacità del cartello elettorale (tale è) di mordere sulla destra e sulla sinistra. Anche la inaspettata ascesa di Schlein sembra non abbia portato a transumanze di voti nazarenici verso Renzi e Calenda. Il livello di conflittualità tra le due organizzazioni ha poi raggiunto livelli parossistici. E non pare che questo accordo a freddo possa sanare le ragioni del conflitto. Che in teoria non vi sarebbero: idealmente Azione e Iv sembrano pensarla allo stesso modo. Già, ma quale modo? Il Terzo polo, che si proponeva di essere prima di tutto un propulsore di idee, in questi mesi non sembra averne partorite, e comunque assai meno di liti di comari e personalismi.

Se a ciò si aggiunge che a tratti sembra, più che una forza di opposizione, un gruppo da appoggio esterno all'esecutivo, non si capisce perché un elettore di destra e uno di sinistra dovrebbero abbandonare le loro case di riferimento per un appartamento litigioso, che rischia di essere svuotato non appena portato a bottino qualche europarlamentare.

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