Quasi tutte le fiches puntate sul caro-bollette, per gli altri interventi si cercherà di reperire un gruzzoletto qui e là. La prima manovra del govermno Meloni sarà impostata in questo modo. La parola del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, è «prudenza» e questo metodo di lavoro è talmente consolidato che oggi pomeriggio il Consiglio dei ministri si limiterà all'esame della Nadef aggiornata con il quadro macroeconomico programmatico, mentre il decreto Aiuti-quater e le altre misure saranno rinviate alla prossima settimana. Il Parlamento, infatti, dovrà esprimersi sulla variazione di bilancio per consentire al governo di usare quelle risorse.
È probabile che lo spazio di 9,4 miliardi lasciato dall'esecutivo Draghi per il 2022 si ampli ulteriormente poiché il deficit/Pil atteso per il 2022 dovrebbe scendere dal 5,1% al 4,6-4,8% in virtù dell'andamento del Pil migliore delle attese nel terzo trimestre e dell'inflazione monstre che fa crescere il deflatore con cui si calcola il prodotto interno lordo nominale. In questo caso, la differenza rispetto al 5,6% autorizzato dal Def si amplierebbe e si libererebbero tra i 5 e i 9 miliardi rispetto al «tesoretto» di 10 miliardi ereditati da «Super Mario». Il dl Aiuti-quater, che partiva da una base di 7-10 miliardi, potrebbe lievitare o, comunque, vi si potrebbero aggiungere successivamente altre misure. Oltre alla proroga dei crediti di imposta per le imprese energivore e lo sconto benzina (in scadenza il 18 novembre), sono allo studio sia il rafforzamento del bonus sociale che uno «scudo» per chi non riesce a pagare le bollette.
Per il 2023 il discorso è pressoché identico. Due i punti cardine del testo che si discuterà a Palazzo Chigi: le previsioni indicheranno un rapporto deficit/Pil al 4,5% e la crescita programmatica al +0,6%, invariata rispetto al quadro tendenziale elaborato da Draghi e da Franco. In questo modo, rispetto al tendenziale del 3,4% si potrebbe recuperare una ventina di miliardi. Ma, in base alle indiscrezioni circolate ieri dal Tesoro, ci sarebbero almeno 15 miliardi di euro di sussidi destinati a famiglie ed imprese proprio in virtù dell'atteggiamento prudente che Giorgetti intende tenere. Anche perché ieri l'Arera ha certificato un calo del 12,9% delle tariffe del gas,
Questo significa che per le altre misure cardine del programma del centro-destra avanzerebbe una decina di miliardi, praticamente destinati a essere «assorbiti» da indicizzazioni delle pensioni e taglio del cuneo fiscale. Ecco perché l'esecutivo sta lavorando ad una revisione del Superbonus 110% e del reddito di cittadinanza. Altre risorse potranno arrivare anche dai fondi di coesione non spesi: si dovrebbe trattare di 4-5 miliardi, ancora oggetto di trattativa in Europa, che potranno essere usati per il caro energia. Anche l'eventuale pace fiscale potrebbe dare un contributo positivo anche se la sua natura transitoria impone l'utilizzo dei fondi così recuperati per misure che non siano strutturali.
In ogni caso, questo pomeriggio, prima del Consiglio, il ministro del Lavoro Marina Calderone incontrerà i sindacati per ascoltare le loro richieste. È difficile, però, che si possa procedere in manovra a una flessibilizzazione tout court delle pensioni con Quota 41.
I numeri dicono che servirà un correttivo legato all'età.Stesso ragionamento può essere effettuato per la flat tax o per qualsiasi altro provvedimento di riduzione dell'Irpef. La possibile inversione del ciclo macroeconomico non consente grandi spese.
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