L'ultimo "pasticcio" di Arcuri: 32 milioni di euro per tamponi inaffidabili

Secondo uno studio i test anti Covid acquistati dall'Italia individuerebbero solo 4 positivi ogni 10. Ecco l'ultima gaffe del supercommissario Arcuri

L'ultimo "pasticcio" di Arcuri: 32 milioni di euro per tamponi inaffidabili

Non bastavano i ripetuti passi falsi sulle mascherine, prima con milioni di dispositivi acquistati dall'Italia e lasciati a prender polvere nei magazzini cinesi, poi con migliaia di kit inviati alle scuole troppo grandi e stretti per poter essere indossati. Non bastava neppure il disastro fatto sui famigerati banchi con le rotelle che, nelle intenzioni del governo, avrebbero consentito alle scuole di riaprire in tutta sicurezza. Domenico Arcuri, nominato commissario straordinario per l'emergenza e la ripartenza da Giuseppe Conte, è scivolato su una nuova buccia di banana.

Test poco sensibili

Secondo quanto riportato da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Clinical Virology, i test acquistati dal "supercommissario" Arcuri avrebbero un'affidabilità molto bassa (per la cronaca, potrebbero sbagliare ben sei volte su dieci). Il punto è che questo materiale è stato acquistato per la modica cifra di oltre 32 milioni di euro.

Scendendo nel dettaglio, il test si chiama Biocredit Covid 19 Ag. Dieci milioni di pezzi sono stati acquistati da Arcuri attraverso un regolare bando. Dov'è il problema? Come detto, basta leggere il paper intitolato Evaluation of rapid antigen test for detection of SARS-CoV-2 virus per capire che il commissario ha messo le mani su materiale non proprio ottimale.

Biocredit Covid 19 Ag, infatti, avrebbe una sensibilità che oscillerebbe tra l'11,1% e il 45,7%. Detto altrimenti, il test sarebbe in grado di individuare al massimo 4 persone ogni 10 certamente affette da Covid. Insomma, non una bella media per cercare di frenare la diffusione del virus. Come ha sottolineato Sky Tg 24, il materiale scelto dall'Italia ha performance piuttosto basse se paragonate ad altri dispositivi presenti sul mercato.

Un problema non da poco

Avere a che fare con test poco affidabili comporta un enorme problema. Può infatti succedere che un soggetto positivo venga certificato come sano. A quel punto l'inconsapevole infetto, pensando di non aver contratto il Covid-19, si sentirà libero di uscire di casa come se niente fosse. E, stando ai numeri dello studio sopra citato, il rischio che con Biocredit Covid 19 Ag possa accadere qualcosa del genere è molto alto.

Il bando pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio parla chiaro. Tra i requisiti minimi dei test deve esserci o un'approvazione da parte di agenzie regolatorie nazionali o internazionali oppure la validazione di un laboratorio accreditato dal nostro Paese. Sky ha chiesto informazioni a Invitalia sui documenti di validazione ma non ha ricevuto risposta.

Gli unici documenti disponibili sono quelli forniti dall'azienda produttrice dei test. Che ne attesta una sensibilità superiore al 90%. Ricordiamo che il bando ha assegnato 10 milioni di test, per un totale di 32.750.000 euro.

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