Il titolare ucciso nel bar con 5 colpi a bruciapelo. Caccia al killer nei video

La vittima un cinese 35enne. Non aveva debiti, esclusa anche la pista dello spaccio

Il titolare ucciso nel bar con 5 colpi a bruciapelo. Caccia al killer nei video

In certi quartieri delle grandi città la gente non si sofferma troppo a riflettere quando un uomo viene ammazzato. Anche se l'omicidio accade in pieno giorno, con cinque colpi sparati a bruciapelo tra il torace e l'emitorace da un killer che, pare evidente, non voleva lasciare nulla al caso e comunque, certo non rischiare che la sua vittima potesse, seppur anche solo per miracolo, sopravvivere.

Così è stato ieri mattina al Corvetto, zona sud est di Milano. Poco dopo le 7 Ruiming Wang, 35enne, cinese, incensurato, sposato e padre di una bambina di 9 anni, è stato eliminato da un killer ancora misterioso a colpi di pistola all'interno del locale di cui il poveretto era titolare, il «Bar Milano», all'angolo tra via Bessarione e piazza Angilberto II. Un bar «turbolento», fino a qualche anno fa punto fisso di ritrovo di spacciatori marocchini che a tarda notte non esitavano a esibirsi in risse chiassose che suscitavano le ire (e le denunce) dei residenti. Forse per questo, per la fama del locale, la gente non li guarda nemmeno i poliziotti della Scientifica che fanno i rilievi sul posto dopo l'omicidio.

«Paolo (questo il nome con cui era conosciuto da tutti il cinese che risiedeva con la famiglia proprio nella palazzina dove si trova il suo bar) era un tipo tranquillo - spiega una donna che si sta recando al mercato coperto -, in particolare con gli anziani e i bambini». Un profilo basso, quello del cinese. Anche da una prima analisi patrimoniale, sembra che l'uomo non avesse debiti di alcun genere; infine non era mai successo che sporgesse denuncia per minacce.

«La chiusura del locale da parte della questura per disturbo della quiete pubblica, tre volte tra il 2014 e il 2018, aveva infine spinto il titolare a chiudere il bar non oltre le 3 di notte, mentre la domenica abbassava le saracinesche nel pomeriggio - spiegano gli inquirenti, coordinati dalla pm Bianca Maria Baj Macario - Insomma, si era dato una regolata. E se si pensa che in passato non aveva mai inteso allontanare i pregiudicati che affollavano il suo locale, negli ultimi 4 anni non c'erano più stati esposti contro il bar».

I poliziotti della squadra mobile, guidati da Marco Calì, al momento sono impegnati a visionare le immagini delle telecamere di zona, anche di quelle private che potrebbero aver «catturato» elementi utili sulla fuga del killer. Dopo aver sparato l'uomo infatti è scappato a piedi, imboccando di corsa la via Bessarione. Gli investigatori non sarebbero affatto sorpresi che si tratti di un connazionale di Ruiming Wang.

Al momento, infatti, il movente dell'omicidio, seppur ancora sconosciuto, porterebbe in direzione della comunità cinese o, comunque, verso qualcosa di personale che riguardava la vittima. Niente spaccio di stupefacenti, niente debiti, quindi: una ragione molto più privata avrebbe armato la mano dell'assassino.

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