Toccato sui soldi, Grillo grazia Conte

Il fondatore rinuncia alle carte bollate. Prova a salvare il contratto da 300mila euro

Toccato sui soldi, Grillo grazia Conte
00:00 00:00

L'arma finale per ora non viene usata. Beppe Grillo non porterà Giuseppe Conte (nella foto) in tribunale. Nei giorni scorsi si era ventilato un ricorso ex articolo 700 al tribunale civile di Roma. Ma l'atto giudiziario al momento resta congelato. Dagli ambienti vicini all'Elevato filtra la preoccupazione per quel che a quel punto potrebbe accadere: Grillo potrebbe perdere la consulenza da trecentomila euro l'anno che il Movimento gli garantisce ogni anno, pur in un clima di assoluta incomunicabilità fra le parti. Insomma, Conte ha il coltello dalla parte del manico, ha minacciato di usarlo e Grillo si è tirato indietro.

Continuerà la sua guerriglia mediatica, in cui è maestro insuperabile, giocherà alla sua maniera a fare il disturbatore e proverà feroci incursioni col veleno dell'ironia e del sarcasmo. Ma la carta bollata, no.

Nelle scorse settimane, il comico genovese si era rivolto all'avvocato Pieremilio Sammarco, uno dei più noti civilisti della capitale, per studiare la possibilità di affondare il colpo del ko contro l'allievo che è diventato un nemico. Sammarco non appartiene alla geografia pentastellata, ma nel suo studio ha lavorato Virginia Raggi, l'ex sindaco di Roma che oggi è rimasta vicina al fondatore. Sammarco ha studiato l'intricata questione e, come ha raccontato Il Giornale, alla fine ha spiegato che c'era spazio per buttare sul tavolo la carta giudiziaria.

Nome e simbolo sarebbero nella disponibilità dell'Associazione che fa capo a Grillo, una delle tre che ruotano intorno a questo mondo. Dunque, sulla carta Grillo potrebbe rivolgersi al giudice per riprendere nome e simbolo, portati alla deriva da una gestione che avrebbe tradito i principi inderogabili dei 5 Stelle. Conte, come è noto, ha lanciato la Costituente, chiamata a ridisegnare il partito e potrebbe aprire al terzo mandato in Parlamento, fin qui considerato dall'ortodossia grillina come una bestemmia. Sono stati raccolti fra i militanti la bellezza di 22 mila contributi ed è su quelli che ora Conte vuole indirizzare il dibattito. «Stop, a Grillo non rispondo più», ha detto l'ex premier che non vuole rimanere intrappolato nella querelle con il Garante. Basta con le liti furibonde in piazza. «Io non sono in lotta con nessuno - ribadisce Conte - ma sto facendo un processo costituente». Di più: «Rispondo a qualsiasi domanda che riguardi i 22 mila contributi per l'assemblea costituente», insomma Conte prova a coccolare e valorizzare i militanti e le loro riflessioni, cercando di aggirare la mina Grillo.

Il fondatore non si arrende ma nemmeno vuole spingere lo scontro fino alle estreme conseguenze. Nei giorni scorsi c'è stato un lungo colloquio fra Grillo e Sammarco. Il legale ha dato disco verde al ricorso, il comico lo ha bloccato. La paura della rappresaglia lo ha convinto a cambiare strategia: va bene combattere sui social e sui giornali, meglio evitare la carta bollata, incandescente come lava.

Può anche essere che la situazione, in evoluzione, cambi ancora. Certo, l'azione giudiziaria potrebbe portare ad un clamoroso colpo di scena: se il giudice dovesse accogliere le ragioni di Grillo, Conte verrebbe estromesso dai 5 Stelle. Perderebbe nome e simbolo, riconsegnati al fondatore. A quel punto Conte dovrebbe trovare un nuovo logo.

Insomma, il partito diventerebbe un'altra cosa, pur raccogliendo la gran parte dei 5 Stelle sopravvissuti a scissioni, abbandoni e in generale alla diaspora di questi ultimi anni.

Ma con ogni probabilità questo scenario non si realizzerà.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica